Il presidente Claudio Demozzi indica la strada da seguire per fermare quella che, a suo dire, è un’accelerazione da parte delle compagnie nell’utilizzo di strumenti tecnologici di appropriazione della gestione del cliente. Ma ne ha anche per gli agenti…
Una spinta senza precedenti nella diffusione di strumenti tecnologici che si appropriano della gestione del cliente. La denuncia, che tira in ballo l’operato delle compagnie, arriva dal Sindacato nazionale agenti.
«La strategia che le imprese hanno messo in atto negli ultimi anni, mirata a una sempre maggiore disintermediazione del rapporto con la clientela estesa anche alla disintermediazione dei flussi finanziari attraverso l’adozione di sistemi diretti, gestionali e di incasso dei premi, ha subìto un’evidente accelerazione e molte stanno approfittando delle limitazioni agli spostamenti imposte dal Governo per contenere l’epidemia». Sono parole di Claudio Demozzi, presidente dello Sna, pronunciate nel corso della lettura della sua ultima relazione al congresso elettivo del sindacato di qualche settimana fa.
Demozzi, in particolare, ha fatto riferimento ad alcuni strumenti utilizzati dalle compagnie: App, sistemi di incasso diretto del premio, artifici per l’acquisizione del numero di telefono cellulare personale e dell’indirizzo email degli assicurati seguiti dagli agenti.
Il presidente oltre a rimarcare il fatto che il sindacato «è più volte intervenuto per limitare, ostacolare, impedire l’avanzata delle compagnie su questo fronte», non ha risparmiato critiche nei confronti anche della categoria agenziale. «La reazione dei gruppi aziendali, in molti casi, è stata assente o addirittura contraria all’intervento del sindacato, benché la posizione del comitato dei presidenti di Gaa, magistralmente presieduto da Dario Piana e dal suo vice Salvatore Palma, sia sempre stata coerente con quella dell’esecutivo nazionale».
Per Demozzi, «le autorità, l’industria assicurativa, con il giusto stimolo della politica, devono abbandonare la logica burocratica e farraginosa che oggi contraddistingue la normativa del nostro settore. Devono cambiare il percorso di utilizzo delle nuove tecnologie, in chiave agente-centrica. Ci deve essere riconosciuta la possibilità di gestire i rapporti con la clientela, con le mandanti e con le autorità, in modo agile e concreto. Questa trasformazione deve avvenire il più rapidamente possibile, bloccando sul nascere la diversa strategia digitale che molte imprese stanno mettendo in atto, oggi, nel nostro Paese».
L’obiettivo, per il presidente dello Sna, è tutelare giuridicamente i diritti degli agenti, creando una rete di protezione anche per i rispettivi collaboratori. «È quanto mai necessaria una diversa codificazione degli accordi integrativi aziendali», ha affermato, ma anche «adottare, subito, una carta universale dei diritti fondamentali inalienabili degli agenti, in modo da impedire le gravi distorsioni e gli abusi che negli ultimi tempi hanno purtroppo contraddistinto molti negoziati aziendali».
Fabio Sgroi
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