L’attività degli intermediari tradizionali in Italia, si sa, nel vita non ha mai avuto fortuna. E il paragone con il resto d’Europa appare irriverente. I dati dell’Osservatorio di Cgpa Europe.
Se in Europa sono primi nei danni, gli agenti e broker italiani faticano a emergere nel comparto vita. Anzi, i dati della seconda edizione dell’Osservatorio europeo sull’intermediazione assicurativa realizzata da Cgpa Europe (compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari assicurativi) in collaborazione con il Monitoring european distribution of insurance (Medi) e con Audencia Nantes, tra le principali scuole superiori di commercio e management in Francia, pongono l’Italia all’ultima posizione rispetto ai 18 Paesi d’Europa presi in considerazione.
La quota degli intermediari italiani è pari al 15,3% ed è deficitaria anche in Francia (18%), Portogallo (18,6%), Spagna (23,6%), Austria (23,8%) e Polonia (25,6%). Nulla a che vedere con le quote di mercato in Slovenia (86,1%) Regno Unito (83,1%) e Bulgaria (81,3%).
Fabio Sgroi
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