giovedì 11 Settembre 2025

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DIRETTIVA EUROPEA SULL’INTERMEDIAZIONE ASSICURATIVA: ALTRO PASSO IN AVANTI

Il Coreper ha approvato l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo sul documento che istituisce nuove norme in materia di distribuzione. La prossima tappa è…  

Parlamento europeo -Altro passo in avanti nel processo di revisione della direttiva europea sull’intermediazione assicurativa. Il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) a Bruxelles ha infatti approvato, mercoledì scorso, l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo sulla direttiva che istituisce nuove norme in materia di distribuzione assicurativa.

Il testo, che rifonde e abroga la direttiva 2002/92/CE sulla intermediazione assicurativa, si pone tre obiettivi: migliorare la regolamentazione delle assicurazioni in modo da favorire l’integrazione dei mercati, creare le condizioni necessarie a una concorrenza leale tra i distributori di prodotti assicurativi, rafforzare la protezione degli assicurati, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di assicurazione sulla vita che prevedono un investimento.

In sostanza, la nuova direttiva è volta più specificamente a: estendere il campo di applicazione a tutti i canali di distribuzione, prevedendo anche requisiti proporzionati per coloro che vendono prodotti assicurativi a titolo accessorio; individuare, gestire e attenuare i conflitti di interesse; rafforzare le sanzioni amministrative, nonché le misure da applicare in caso di violazione delle disposizioni fondamentali;  migliorare la pertinenza e l’obiettività delle consulenze in materia assicurativa;  garantire che le qualifiche professionali dei venditori siano commisurate alla complessità dei prodotti che vendono; precisare la procedura per l’accesso transfrontaliero ai mercati assicurativi.

La direttiva non impedirebbe agli Stati membri di applicare disposizioni più rigorose a tutela dei consumatori, a condizione che tali disposizioni siano coerenti con il diritto dell’Unione Europea. La direttiva sarà ora sottoposta al Parlamento europeo per una votazione in prima lettura e al Consiglio per l’adozione. Gli Stati membri disporrebbero di due anni per recepire la direttiva nelle legislazioni e nei regolamenti nazionali.

Fabio Sgroi

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