domenica 07 Settembre 2025

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DIFFUSIONE DELLE POLIZZE DANNI INDIRETTI: ITALIA FERMA AL PALO

Solo il 10% delle imprese assicura questa tipologia di rischio, contro il 90% della media europea. Se ne è parlato ieri nel corso di un convegno organizzato dall’Aiba a Padova.

 

Giorgio StoppatoLe aziende italiane restano sottoassicurate. E questo nonostante le statistiche continuino a dimostrare che un adeguato programma assicurativo le mette al riparo dal rischio default. «Soltanto il 10% delle aziende italiane ha acquistato una polizza danni indiretti che garantisce la copertura dei costi fissi da sostenere nel periodo di fermo dell’attività, a fronte di una media europea di circa il 90%», ha sottolineato Giorgio Stoppato (nella foto), responsabile delegazione nord est di Aiba.

Ieri si è svolto un convegno a Padova, organizzato da Aiba, proprio sulla gestione della crisi aziendale e i danni indiretti. Il dato evidenziato da Stoppato assume particolare rilevanza se si considera che il 40% delle aziende colpite da una interruzione di attività superiore a 3 mesi, prive di copertura assicurativa danni indiretti, ha chiuso definitivamente l’attività entro due anni dalla tentata ripresa produttiva.

Secondo una ricerca del Comitato europeo assicuratori (Cea) se il danno diretto (cioè quello costituito dal danneggiamento del fabbricato, degli impianti e dei contenuti dello stabilimento nel caso per esempio di un incendio) è pari a 100, il correlato danno indiretto (perdita di profitto, costi insopprimibili, spese straordinarie, riduzione del volume degli affari) è di circa 2,5 volte più grave.

Relativamente ai rischi industriali, in Europa su 100 polizze danni diretti, ben 90 hanno anche la copertura dei danni indiretti. Percentuale che in Italia scende, come si diceva prima, sotto i 10. Un dato peraltro stabile da oltre 15 anni.

«Linguaggio della polizza poco chiaro, prodotto difficile da spiegare e limitata attitudine assicurativa dell’imprenditoria italiana». Sono queste secondo Stoppato le cause principali della scarsa diffusione delle polizze danni indiretti in Italia. Ma la scarsa sensibilità da parte delle aziende riguarda anche altre tipologie di rischio. «penso per esempio al danno reputazionale, al rischio credito e ai rischi ambientali», ha detto Stoppato. (fs)

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