Dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha annullato alcune disposizioni del Provvedimento Ivass 97/2020, il presidente dello Sna pensa al domani, ma non dimentica le conseguenze per gli intermediari: «Oneri e aggravi di cui l’intera categoria avrebbe potuto fare a meno».

«Ci attendiamo una pronta comunicazione da parte Ivass e un immediato adempimento dell’ordine dell’autorità amministrativa». Pensa già al domani Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale agenti, dopo aver incassato l’annullamento di alcune disposizioni del Provvedimento Ivass 97/2020 da parte del Tar del Lazio.
Dopo l’euforia iniziale, Demozzi ha analizzato, attraverso una nota, quando è successo. «Le argomentazioni del Tar Lazio sono ampie e precise; in estrema sintesi, il giudice amministrativo ha ritenuto che fossero state violate dall’Ivass le regole procedimentali della pubblica consultazione, al fine di imporre norme sostanzialmente contrarie alle disposizioni di legge primarie relative alle collaborazioni; inoltre, la dichiarazione di coerenza è stata giustamente ritenuta un inutile appesantimento burocratico a carico degli intermediari assicurativi».
Il presidente dello Sna ha aggiunto: «Rincresce la circostanza che Ivass, nonostante il Tar del Lazio già in sede di sospensiva avesse fatto espresso richiamo a una apprezzabile valutazione di fondatezza dei motivi di ricorso dello Sna, abbia voluto ugualmente imporre la temporanea entrata in vigore delle norme poco dopo annullate, costringendo in tal modo gli intermediari assicurativi, oltretutto in un periodo notoriamente assai difficile per qualsiasi attività economica organizzata nel nostro paese, a sottoporsi a revisioni di modulistiche, di sistemi informatici, di compliance interne. Oneri e aggravi di cui l’intera categoria avrebbe potuto fare a meno».
La sentenza del Tar, ha ricordato lo Sna, è «immediatamente esecutiva, anche se potrà essere oggetto di impugnazione innanzi al Consiglio di Stato».
Fabio Sgroi
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