Il presidente dello Sna ha ancora una volta voluto richiamare l’attenzione della categoria sull’operato delle compagnie che, a suo dire, stanno disintermediando gli agenti.

«Le compagnie hanno investito cifre enormi nell’insurtech e per molti il ritorno di detti investimenti deve necessariamente passare dalla compressione dei margini intermediativi, cioè dalla disintermediazione agenziale». Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale agenti ha richiamato recentemente l’attenzione della categoria su quello che, a suo dire, rappresenta un «attacco tecnologico alle nostre posizioni, tutt’oggi centrali, ma seriamente in pericolo».
Secondo il numero uno di via Lanzone, questo attacco non muoverebbe dalle “mutate esigenze dei clienti”, «per nulla interessati a un freddo rapporto algoritmico con il loro assicuratore», ma dalle ambizioni delle imprese. «La standardizzazione forzata dei “prodotti” assicurativi, la digitalizzazione dei pagamenti dei clienti e il loro indirizzamento coatto verso il conto bancario delle mandanti, la trasformazione dei contratti di assicurazione in (apparentemente) semplici abbonamenti acquistabili con un click e magari modificabili unilateralmente dalla compagnia dietro mera informativa per email, non sono che le prime tappe della marcia di avvicinamento delle imprese ai nostri clienti, con lo scopo di appropriarsene», ha affermato Demozzi.
Il presidente dello Sna ha ricordato, fra l’altro, gli effetti di alcuni accordi aziendali sottoscritti da alcuni gruppi agenti, che «sono sotto gli occhi di tutti. Non abbiamo ancora ultimato la stampa della polizza, che un sms ringrazia il nostro cliente per la fiducia accordata alla compagnia, ricordandogli le modalità di accesso all’area riservata, non dell’agenzia, ma dell’impresa; abbiamo appena contabilizzato il pagamento del premio, che al cliente arriva un altro sms di conferma del pagamento effettuato, ricordando che dalla prossima scadenza potrà regolarizzare la propria posizione direttamente sul sito, non dell’agenzia, ma dell’impresa; abbiamo inserito a sistema l’indirizzo email e il numero di cellulare del nostro cliente e lo stesso riceve, pochi istanti dopo, una chiamata dal call center che si presenta a nome della compagnia per un’indagine sulla qualità del servizio ricevuto e per la verifica dell’indirizzo email inserito a sistema».
Ma non basta, ha tuonato Demozzi. «Le imprese non si accontentano e allora ci offrono la possibilità di far scaricare gratuitamente ai (non più?) “nostri” clienti la loro App, in modo che la relazione comunicativa diretta con la compagnia possa consolidarsi, escludendo l’agenzia. E noi abbocchiamo. Anzi, in alcuni casi, sposiamo con convinzione l’iniziativa accelerandone così la diffusione. Quasi senza renderci conto che l’acconsentire, per pura compiacenza, a simili strategie riduce la forza contrattuale, negoziale, dell’intera categoria agenziale; ne limita la prospettiva e ne comprime le opportunità di difesa di quella centralità distributiva della quale, almeno a parole, siamo tutti custodi». Non è la prima volta che il presidente dello Sna affronta questa tematica.
Fabio Sgroi
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