sabato 27 Settembre 2025

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DEMOZZI E LO “IUS VARIANDI” APPLICATO DALLE COMPAGNIE: «AGENTI ESPOSTI A RISCHI REPUTAZIONALI NON INDIFFERENTI»

Il presidente del Sindacato nazionale agenti, durante l’ultimo comitato centrale, ha ricordato come lo Sna abbia esposto formalmente la questione all’Ivass, fornendo una «copiosa» documentazione a supporto, grazie al «fondamentale» contributo degli agenti iscritti al sindacato e di tre presidenti di gruppo agenti. E ha ricordato anche il caso Vittoria…

Claudio Demozzi

«Uno scenario inatteso, che rischia di esporre gli agenti e le loro reti distributive a nuove forme di responsabilità, ma anche a rischi reputazionali non indifferenti». Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale agenti, nel corso dell’ultimo comitato centrale dell’organizzazione sindacale ha voluto dedicare un passaggio della sua relazione allo ius variandi tariffario e normativo applicato «dalle principali compagnie».

Si tratta, ha ricordato il presidente dello Sna, «di clausole contrattuali, inserite nelle polizze, che prevedono la facoltà unilaterale, per l’impresa, di variare le condizioni normative o tariffarie in corso, con il metodo del silenzio assenso. Spesso il semplice pagamento, da parte del cliente, del premio di rinnovo della polizza», ha osservato Demozzi, «costituisce accettazione tacita delle nuove condizioni praticate. A volte l’unica opzione offerta al contraente, in caso di rifiuto delle nuove condizioni, è quella di cessare il contratto. In alcuni testi contrattuali si legge che l’informativa riguardante le variazioni “proposte” (imposte) sarebbe effettuata per il tramite dell’intermediario. In altri, che sarebbe inviata attraverso non meglio specificati sistemi di comunicazione. Per alcune delle principali imprese, la motivazione dell’introduzione dello ius variandi sarebbe la necessità di garantire la tenuta tecnica, nel lungo periodo, delle varie linee di prodotti. Ciò starebbe a significare che le variazioni raramente saranno in bonis, per il cliente».

Lo Sna ha esposto formalmente la questione all’Ivass, fornendo una «copiosa» documentazione a supporto, grazie al «fondamentale» contributo degli agenti iscritti al sindacato e di tre presidenti di gruppo agenti.

Demozzi, sempre attraverso la sua relazione, ha voluto porre alcune domande alla categoria: «Siamo sempre consapevoli del contenuto delle polizze che sottoponiamo ai nostri clienti? Ed ancora: quando ci siamo resi conto dell’inserimento in polizza di una clausola (ius variandi) che riserva alla sola compagnia la facoltà di modificare, in vigenza di contratto, la portata della garanzia prestata oppure il suo prezzo, abbiamo informato il Gruppo aziendale agenti per organizzare un’opposizione strutturata a simili iniziative, che rischiano di mettere a repentaglio la nostra credibilità professionale e di incrinare il prezioso rapporto fiduciario con i nostri clienti? Abbiamo utilizzato la Pog per comunicare alla mandante che, così variato, il prodotto potrebbe non essere adeguato? Infine: cosa abbiamo fatto per supportare, sollecitare, provocare l’intervento del sindacato e del Gruppo aziendale agenti contro questa strategia?».

IL CASO VITTORIA – Sempre a proposito di questo tema, Demozzi ha puntato l’indice contro il Gruppo agenti Vittoria, per aver votato «a maggioranza» il nuovo accordo integrativo che, ha sottolineato il presidente dello Sna, «prevede, tra le altre cose, un incentivo economico per la riforma massiva, in pejus, dei portafogli agenziali, “per ragioni di equilibrio tecnico S/P”».

Si tratta di un caso che «abbiamo potuto documentare all’Ivass grazie al supporto di alcuni coraggiosi e intraprendenti colleghi, che operano per questa impresa. Abbiamo prodotto altresì copia delle inaccettabili “pressioni” scritte, indirizzate a quegli agenti che non avevano intrapreso prontamente l’opera di riforma massiva, in pejus, del loro portafoglio».

Fabio Sgroi

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