Un rapporto di Allianz mette in primo piano, a livello mondiale, i difetti di produzione/costruzione, le collisioni e gli errori umani. E in Italia…
Quali sono, per valore dei sinistri, le cause principali di danni a terzi per le aziende a livello mondiale? Secondo un rapporto di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs), dal titolo Global Claims Review: Liability in Focus (Rapporto sui sinistri in tutto il mondo: focus sulle responsabilità) sono tre: difetti di produzione o di costruzione (23% del valore di tutti gli indennizzi), le collisioni (22%) e gli errori umani (19%). Seguono danno accidentale/naturale (6%) e scivolamenti/cadute/caduta di oggetti (6%).
Il rapporto ha analizzato oltre 100.000 indennizzi di Rc aziendale in più di 100 Paesi, per un valore complessivo di 8,85 miliardi di euro, pagati da Agcs e da altri assicuratori tra il 2011 e il 2016.
Nel dettaglio, per quanto riguarda un difetto di produzione/costruzione, un sinistro medio costa alle aziende una somma superiore a 260.000 euro e l’elemento più gravoso è rappresentato dal costo del richiamo di prodotti. I progressi significativi nella sicurezza automobilistica e aerea possono aver ridotto negli ultimi anni il numero di collisioni e scontri, ma rappresentano ancora una delle cause principali di danni a terzi, oltre a generare la maggior parte delle richieste di indennizzo. L’errore umano è la terza causa principale di sinistro, provocato da quegli incidenti che danno luogo a sinistri importanti, come incidenti aerei e marittimi o infortuni dei dipendenti.
«I danni da Rc sono ingenti e possono variare da incidenti piccoli e banali a disastri gravi, ma in ogni caso provocano danni o lesioni a terzi», ha dichiarato Alexander Mack, membro del board di Agcs e chief claims officer. «Il panorama di rischio per le aziende si trasforma continuamente e i rischi di Rc crescono a livello mondiale. Le nuove tecnologie come l’Internet delle cose (IoT), la guida autonoma o la stampa 3D creeranno nuovi scenari di responsabilità per le aziende in quasi ogni settore».
Sempre secondo il rapporto, i sinistri che superano 1 miliardo di dollari stanno diventando più comuni e non sono più limitati agli Usa e all’Europa. Gli Usa, in particolare, continuano a essere il più grande mercato assicurativo che genera non solo il numero maggiore di richieste di indennizzo, ma anche molti tra i più importanti sinistri. Inoltre, gli assicuratori stanno assistendo a un notevole aumento dei sinistri di Rc ambientale in particolare nei settori di estrazione mineraria e delle imprese di costruzione, in America Latina e Asia. Le analisi dimostrano che il danno ambientale medio costa alle aziende oltre 2,3 milioni di euro anche se i costi si moltiplicano di molto nei disastri importanti.
Nel futuro, spiega il rapporto, la digitalizzazione e l’uso crescente delle nuove tecnologie potrebbero condurre a una trasformazione ulteriore nel panorama delle responsabilità. La tecnologia porterà con sé nuovi rischi come un aumento di quelli informatici, di responsabilità e richiamo prodotti. I processi di automazione potrebbero portare a un aumento della responsabilità prodotti per i produttori di macchinari e i fornitori di software. Anche la crescente shared economy apre nuovi scenari di responsabilità.
LA SITUAZIONE IN ITALIA – In Italia, dal punto di vista del numero dei sinistri, gli incidenti per scivolamenti/cadute/caduta di oggetti (16%) e i difetti di produzione/costruzione (15%) sono le cause principali dei danni a terzi per le aziende. Seguono il danno accidentale/naturale, la negligenza e scarsa manutenzione e collisione /scontro.
«Il sinistro Costa Concordia (foto in alto), provocato da un errore umano, è stato un incidente talmente grave da costituire da solo il 98% dei risarcimenti pagati in Italia, rappresentando un evento catastrofico tale da alterare qualunque statistica sinistri che abbia come solo riferimento il valore economico degli stessi», ha spiegato Nicola Mancino (foto a lato), ceo di Agcs Italia. (fs)
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