giovedì 11 Settembre 2025

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CYBER RISK: POCHE LE IMPRESE CHE SI TUTELANO. E SUI DANNI CATASTROFALI…

Il convegno organizzato da Aiba a Padova ha acceso il faro su queste due tematiche.
 

Giorgio StoppatoSono due fra i rischi emergenti di cui si parla spesso: il cyber risk e i danni catastrofali. Se ne è parlato nel corso del convegno Cyber risk: dal mondo virtuale una minaccia reale organizzato a Padova dalla delegazione nord est di Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni).  

CYBER RISK – Solo il 20% delle aziende italiane acquista le polizze cyber risk che le tutelano dalle minacce connesse all’uso delle nuove tecnologie. I casi di criminalità informatica nel 2014, a livello mondiale, sono stati 63.000, il 3% dei quali hanno riguardato l’Italia. Un numero tre volte superiore rispetto al 2011. Furti di identità (58% degli eventi) e violazione delle reti informatiche sono all’ordine del giorno e le conseguenze possono essere molto gravi.

«Oltre alla perdita di dati o di reputazione dell’impresa vittima di un attacco informatico, anche i danni a terzi possono essere rilevanti, poiché le imprese sono responsabili della violazione dei dati dei loro clienti e possono essere chiamate a far fronte ad azioni collettive di risarcimento da parte della clientela», ha affermato Giorgio Stoppato (nella foto a sinistra), responsabile della delegazione nord est di Aiba. «I costi possono quindi includere anche gli onorari degli avvocati per la difesa delle aziende in tribunale o per tentare transazioni extragiudiziali, nonché per consulenze e perizie di vario genere, incluse le spese e le misure adottate per informare i clienti».

Ma perché le aziende non si tutelano dai rischi informatici? Secondo i risultati di uno studio realizzato a livello globale dal gruppo assicurativo internazionale Aig (American International Group) e resi noti nel corso del convegno di Padova, l’80% dei clienti ritiene che sia difficile fronteggiare le minacce cyber a causa della loro rapida evoluzione, mentre l’82% del campione individua negli hacker la prima fonte di minacce cyber. Se il 74% ritiene che una fonte significativa di rischi informatici sia dovuta all’errore umano, il 67% è preoccupato dalla possibile interruzione di attività conseguente a un attacco. Lo studio afferma che l’86% dei clienti di Aig individua nel cyber risk la principale fonte di preoccupazione, ma solo il 20% ha acquistato una polizza. Il 20% delle imprese del campione sostiene di avere un budget insufficiente per la sicurezza informatica, mentre il 60% non pensa di assicurarsi per questa tipologia di rischio.

DANNI CATASTROFALI – Durante l’evento di Padova si è parlato anche del problema dell’interruzione dell’attività a pochi giorni dal tornado che lo scorso 8 luglio ha squarciato la Riviera del Brenta, causando danni economici per circa 100 milioni di euro; le prime stime parlano di oltre 500 abitazioni danneggiate (130 da abbattere), 20 ville venete colpite e oltre 150 aziende lesionate, molte delle quali hanno dovuto bloccare la produzione. «L’interruzione dell’attività agisce da moltiplicatore dei danni diretti subiti da un’azienda, con pesanti ripercussioni sul conto economico: perdita di profitto, riduzione temporanea del fatturato e maggiorazione dei costi. Una serie di concause che rischiano di compromettere la sopravvivenza dell’azienda, soprattutto quelle di piccole dimensioni, se il ritorno alla piena attività non avviene in tempi brevi», spiega Aiba in una nota.

Marietti Carlo copDa diversi anni si discute su come incentivare le coperture per i danni catastrofali. «Sarebbe quanto mai urgente introdurre anche in Italia un modello pubblico-privato per tutelare gli immobili e mettere in sicurezza le aziende dagli eventi naturali che sono in preoccupante aumento di intensità e frequenza: 189 gli eventi registrati in tutto il mondo nel 2014, il più alto numero di sempre», ha detto Carlo Marietti Andreani ( a destra), presidente di Aiba. «Il nostro Paese spende ogni anno circa 3,3 miliardi di euro, facendo leva sulla fiscalità, per risarcire i danni da eventi naturali».

Per Marietti «è urgente individuare un modello di collaborazione tra lo Stato e gli assicuratori che preveda deduzioni fiscali per le imprese che si assicurano (l’imposta è attualmente al 22,25%) all’interno di uno schema da definire (polizze obbligatorie o semi-obbligatorie). In questo modo l’erario non sarebbe chiamato a pesanti esborsi senza copertura in bilancio e la diffusione dell’assicurazione introdurrebbe importanti elementi di efficienza e pianificazione della spesa per il ristoro dei danni». (fs)

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