sabato 06 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

COSI’ E’ CAMBIATA ANAGINA NEGLI ULTIMI ANNI. NICOLAO: «ORA E’ IL MOMENTO DI TROVARE UNA STABILITA’ ECONOMICA. DEFINITIVA»

Durante l’ultima assemblea di Palermo, il presidente dell’Associazione nazionale degli agenti Generali Italia provenienti da Ina Assitalia ha rimarcato la peculiarità della rete («siamo gli unici, forse, nel mondo, capaci di creare una struttura dal nulla…») e il ruolo («che è anche sociale») degli iscritti. E alla mandante dice…

 

«Mandato unico, accordo dati e accordo nazionale agenti Anagina 2005? Da parte nostra c’è tutta la voglia e l’entusiasmo per raggiungere a una quadratura di questi temi. La via che Anagina intende seguire non è quella di guardare altrove, perché i rapporti che abbiamo instaurato con la compagnia non lo meritano, e perché la nostra cultura è monomandataria e di fedeltà. In un matrimonio, però, bisogna sposarsi in due…». Il messaggio che Davide Nicolao, presidente di Anagina (l’Associazione nazionale degli agenti Generali Italia provenienti da Ina Assitalia) ha lanciato alla mandante Generali Italia durante l’ultima assemblea di Palermo dell’associazione è chiaro: c’è tutta l’intenzione a dialogare costruttivamente con la compagnia nell’ambito della trattazione di tre argomenti delicatissimi, che riguardano, è bene ricordarlo, anche altre rappresentanze agenziali all’interno del Leone. (Nelle due foto, Nicolao sul palco del Teatro Massimo di Palermo)

TANTE NOVITA’ NEGLI ULTIMI ANNI – Nicolao, nella sua relazione a braccio, ha ripercorso gli ultimi anni dell’associazione, che è stata coinvolta in un cambiamento storico. È partito dall’assemblea di San Marino del 2014, proprio nel periodo in cui nasceva il nuovo soggetto Generali Italia. Un’assemblea «di discontinuità rispetto al passato, con Anagina che entra con promesse da una parte e rinunce dall’altra. Rinunce importanti», ha ricordato Nicolao, «ma che con grande senso di responsabilità e del dovere noi facciamo. In particolare rinunciamo a due importanti asset economici e contrattuali che erano rappresentati dall’esclusiva sul territorio e dall’essere i titolari dei dati. Tutto questo in cambio di un accordo. Quindi non siamo più gli unici rappresentanti del marchio Ina sul territorio».

C’è poi l’assemblea di Capri nel 2015. «È un momento molto importante per la vita della nostra associazione, un momento in cui la nostra macchina cambia motore. Quello Ina è ormai obsoleto, non esiste più, e dunque smontiamo questo motore e inseriamo quello di Generali Italia. Un motore che permette delle prestazioni migliori rispetto a prima».

E si arriva così al 2016, con l’assemblea di Montecarlo. «Rappresenta l’evoluzione di Anagina, che da associazione diventa una confederazione insieme agli amici di Unat e Gaag». Per Nicolao «questo è un passaggio molto importante perchè aumenta la nostra visibilità e amplia il confronto interno con due ex brand storici come Toro e Lloyd Italico. Un confronto che sta arricchendo il nostro bagaglio culturale. Confagi è un processo nato da cui non si ritorna indietro e con grande impegno ed entusiasmo stiamo continuando questo percorso». L’assemblea di Palermo (l’ultima, di fine novembre scorso) è stata vista come quella «dei bilanci miei», ha affermato Nicolao, «e del comitato esecutivo dell’associazione, che nasceva il 27 novembre 2013».

LA PECULIARITA’ DELL’AGENTE GENERALE ANAGINA E I NUMERI DELL’ASSOCIAZIONE – Nel corso del suo intervento nella splendida cornice del Teatro Massimo di Palermo, Nicolao ha voluto rimarcare la peculiarità dell’agente Anagina. «Noi ci siamo sempre sentiti fieri del nostro ruolo. Diventare un agente Anagina voleva dire essere un agente generale, un vero e proprio imprenditore di una delle poche reti, se non l’unica rete nel mercato italiano, europeo e forse mondiale, capace di costruire una struttura dal nulla, con agenzie in grado di ricercare, selezionare, formare e mettere sul campo nuovi collaboratori. Un’attività a cui abbiamo sempre riservato grandi investimenti».

Una Anagina che oggi «necessita di migliorarsi sempre di più e che parte da una base molto importante: l’associazione conta quasi 370 agenti e 260 agenzie che, in media, hanno ciascuna un portafoglio di 14 milioni di euro, un numero di 10/11 dipendenti, in un mercato italiano rappresentato per il 90% da Pmi imprese con meno di 10 dipendenti, e una ventina di intermediari assicurativi fra subagenti e produttori. Numeri importanti che elevano il nostro ruolo che è anche sociale», ha sottolineato Nicolao.

Si tratta di una rete «performante che chiuderà alla fine di quest’anno con una raccolta premi vita e danni superiore al miliardo e mezzo di euro. Non è cosa da poco. Ogni anno produciamo ordini di grandezza economici superiori al portafoglio di intere compagnie sul mercato. Questo si può fare solo con grande capacità, oculatezza e voglia di fare investimenti pluriennali».

IL FUTURO DI ANAGINA E IL RAPPORTO CON LA MANDANTE – Per Nicolao, oggi l’associazione si trova di fronte a un punto focale. «Si tratta di definire un percorso finalizzato a mettere definitivamente in tranquillità le nostre agenzie. Non sarà facile perché, indipendentemente dalla nostra volontà, ci sono fattori esterni di cui tenere conto, come i regolamenti e le normative che ruotano attorno al nostro mercato e le dinamiche dello stesso. Mi riferisco, a proposito di quest’ultimo aspetto, al settore vita che è stato stravolto, con tassi di interesse vicini allo zero, e ai danni, con un mercato auto che è impazzito».

Nicolao è stato chiaro: «Noi avrenmmo bisogno in qualche modo di trovare un equilibrio e una stabilità nel nostro sistema e sul piatto dobbiamo mettere una sicurezza normativa, economica, contrattuale. Per questo tematiche come mandato unico, accordo dati e accordo nazionale di primo livello, fermo al 2005, assumono una importanza fondamentale».

Alla mandante, Nicolao ha chiesto di avere «più coraggio» e soprattutto un cambio di passo, esortando il management di Generali Italia a modificare il «registro, cercando di arrivare a scelte coraggiose, ma non rivoluzionarie, che possano far atterrare i cinque ex brand. Indipendentemente da quello che si dice o che si faccia, c’è grande rispetto e voglia di fare le cose insieme tra tutti gli agenti Generali Italia, Anagina, Confagi, ma anche Gaat e Ga-Gi. La compagnia sarà brava solo se prenderà decisioni ascoltando tutti. Lo ribadisco: Anagina non ha una logica di plurimandato, è vicina alla compagnia. Se un giorno sarà costretta a guardarsi altrove significherà che le persone che erano sedute al tavolo delle trattative avranno fatto un pessimo lavoro…».

Fabio Sgroi

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