lunedì 08 Settembre 2025

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COLLABORAZIONE CON CONFCOMMERCIO: PARLANO LE SEZIONI PROVINCIALI SNA DEL NORD ITALIA

tuttointermediari.it ha svolto una inchiesta per capire come e se funziona il rapporto a livello locale. E quali sono le problematiche. Nel nord Italia, per esempio, lascia a desiderare, anche se non mancano le note liete.
   

ConfcommercioLa goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la firma da parte del Sindacato nazionale agenti dell’accordo collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti di agenzia con altre sindacali diverse da quelle storiche (Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna e Uilca). Una scelta che ha di fatto chiuso il rapporto con Confcommercio, che ha definito l’accordo Sna di «dubbia legittimità». Claudio Demozzi, presidente dello Sna, è stato chiaro: «Il patto con la Confcommercio non ha prodotto molti risultati, quanto piuttosto ha suscitato perplessità per la scarsa efficacia a livello lobbystico e operativo sul territorio», andando quindi oltre la polemica scaturita dal Ccnl. È davvero così?

L’INCHIESTA DI tuttointermediari.it – Dunque il riferimento è al territorio. Chi meglio delle sezioni provinciali del sindacato può esprimere un giudizio? tuttointermediari.it ha svolto una inchiesta (durata due mesi, da metà gennaio a metà marzo), sentendo l’opinione proprio delle sezioni provinciali Sna sparse su tutto il territorio italiano.

Si dice spesso che la base non ha voce in capitolo, che non viene ascoltata, eccetera. Mai come in questa circostanza le sezioni provinciali avevano l’opportunità di far sentire la propria voce. Ed è un vero peccato che all’indagine di tuttointermediari.it abbia risposto soltanto il 37,7% delle sezioni contattate. Hanno perso sicuramente una occasione per far comprendere meglio, e a livello locale, una questione comunque importante.

L’inchiesta è stata suddivisa in due parti. In questo articolo sono riportati i contributi delle sezioni provinciali del nord Italia. Tra qualche giorno sarà pubblicata la parte relativa al centro e sud Italia. tuttointermediari.it ha posto, in particolare, due domande: Quali risultati ha prodotto la collaborazione fra lo Sna provinciale e la Confcommercio locale? Ritiene che sia giusto proseguire con la collaborazione e perché? Ed ecco come hanno risposto i presidenti provinciali.

CingolaniLA PAROLA ALLE SEZIONI PROVINCIALI SNA – «Posso confermare che la collaborazione con la Confcommercio locale non ha prodotto nessun risultato», dice Massimo Cingolani (foto a sinistra), presidente provinciale Sna di Milano, «non solo dal punto di vista politico, ma anche da  quello pratico, tanto è vero che tutte le volte che abbiamo fatto iniziative in strutture Confcommercio non siamo riusciti neanche ad avere un’agevolazione sui costi delle sale. Proseguire la collaborazione? Rispondo con un secco no». Cingolani spiega il perché: «Premesso che la nostra adesione era squisitamente politica, l’intervento sul Ccnl ha di fatto rotto ogni tipo di rapporto, perché ha violato il patto associativo. Come si può aderire a un’associazione che sceglie deliberatamente di schierarsi con delle controparti?».

VitaliLa sezione provinciale Sna Alto Milanese conferma la versione di Cingolani. «La collaborazione è stata di fatto  inesistente in questi anni. Confcommercio ha messo a disposizione una sala presso la loro sede dove svolgere i nostri incontri assembleari periodici», afferma il presidente Nicola Vitali (a destra). Di chi sono le colpe?«È difficile dire se ci sono colpe specifiche per il fatto che la partnership non sia decollata», risponde, «sicuramente noi non siamo stati molto propositivi, ma nemmeno loro hanno mai chiesto nulla, né avanzato idee. Ricordo solo di aver organizzato nel 2010 con il loro patrocinio gratuito un convegno in tema di Rc auto e trasparenza prezzi. Di conseguenza ritengo indolore la chiusura di qualsiasi rapporto, anche perché personalmente mi sento più affine alla categoria dei professionisti  che alla categoria del commercio, dalla quale, invece, idealmente tenderei a prendere le distanze per affermare sempre più l’idea di un intermediario assicurativo quale consulente professionale imprenditorialmente organizzato».

A Como la questione è diversa. A spiegarla è Giancarlo Guidolin, che da qualche giorno ha lasciato la carica di presidente della sezione provinciale Sna Como. «Da anni, tutti i corsi di aggiornamento professionale organizzati dalla nostra provinciale vengono effettuati con il patrocinio della Confcommercio locale che, oltre a mettere a nostra disposizione la loro struttura formativa, reperisce i fondi per remunerare i docenti. Nel 2014 abbiamo erogato 158 giornate uomo di formazione distribuite su 9 corsi con tematiche diverse. Il nostro è stato un catalogo ricco e molto apprezzato. E il tutto a costo zero per i partecipanti». La collaborazione proseguirà? «È stato deliberato, così come avviene da anni, di proseguire nella collaborazione con Confcommercio versando, anche per il 2015, la quota annuale forfettaria per tutti gli iscritti allo Sna di Como. Per quanto ci riguarda non abbiamo mai avuto pressioni o richieste di alcun tipo, la collaborazione è costruttiva e utile ai colleghi. Non vediamo il motivo per interrompere questo rapporto altamente positivo».

La sezione provinciale Sna Lodi Padana, invece, non ha in essere alcuna collaborazione con la Confcommercio locale. È quanto fa sapere il presidente provinciale Massimiliano Gadda.

graffinoSpostiamoci in Piemonte. «Nella nostra provincia non vi è mai stata collaborazione tra Sna e Confcommercio. Per la verità una ventina di anni fa avevamo avviato dei contatti, ma la cosa si era arenata a causa della spaccatura in seno alla Confcommercio tra le zone di Cuneo e quella di Alba, storicamente rivali», dice Guido Graffino (a sinistra), presidente provinciale Sna di Cuneo, che aggiunge: «Non ho mai reputato utile la collaborazione, non intravedendone i vantaggi per la nostra categoria».

Dello stesso avviso sono Maurizio Cotti Piccinelli, presidente provinciale Sna di Novara, per il quale la collaborazione non ha prodotto «nessun risultato», e Riccardo Bogogna, presidente provinciale Sna di Verbano Cusio Ossola, che sottolinea come «nella nostra provincia sia inesistente. Non ci sono mai state occasioni di scambio di informazioni negli ultimi 5 anni».

E la situazione non cambia in altre province piemontesi. «Anche da noi la collaborazione è praticamente inesistente», dice Guido Actis, presidente provinciale Sna di Ivrea e Canavese. «Non mi risulta che ci siano iscritti Sna che aderiscano alla Confcommercio, non essendoci un automatismo in tal senso. Questa collaborazione non ha quindi prodotto nulla a livello locale». Anche Franco Giusio, presidente provinciale Sna di Vercelli,  evidenzia come «la collaborazione nella nostra provincia sia pari a zero, visto che la nostra categoria non trae nessun vantaggio e non abbiamo alcun ritorno».

omezzolliAd Aosta come è la situazione? «Per quanto riguarda la situazione locale con Ascom-Confcommercio sono ormai circa 10 anni che abbiamo aderito. La nostra è una collaborazione più che altro politica in quanto l’Ascom locale è piuttosto piccola e i servizi sono limitati. Anche la nostra sezione provinciale è piccola e quindi probabilmente poco interessante anche per loro», afferma Davide Omezzolli (a destra), presidente provinciale Sna di Aosta, che però aggiunge: «Essere piccoli a volte permette di essere più vicini ai colleghi, ma anche alle istituzioni. Per esempio grazie a nostro intervento presso le istituzioni gli automobilisti valdostani hanno potuto godere della riduzione dell’imposta regionale Rc auto del 3,5%, unica regione in Italia ad averla diminuita da subito».

pasquottiAndiamo in Veneto. «Per quanto riguarda la nostra provinciale abbiamo due sedi Confcommercio autonome tra di loro, una a Vittorio Veneto e una a Conegliano. Salvo relazioni personali, a livello organizzativo e di strutture non abbiamo alcun tipo di rapporto, né di collaborazione», dice Ottavio Pasquotti (a sinistra), presidente provinciale Sna Sinistra Piave. «Quando abbiamo cercato di trovare delle aree comuni di lavoro, non abbiamo ricevuto alcun riscontro, né manifestazione di interesse. Ritengo sia inutile il proseguimento dei rapporti a livello nazionale. La collaborazione, pur essendo noi una associazione/sindacato “particolare” rispetto alle altre aderenti a Confcommercio, sarebbe utile per entrambi sul piano politico e per le sinergie che potrebbero derivarne, ma cambiando completamente i presupposti che stanno alla base del modo di rapportarsi con gli associati», sottolinea Pasquotti.

pavanello«La sezione provinciale Sna Padova ha da tempo in atto un accordo quadro, da me definito sin dal 2008,  che recepisce le linee guida dei rapporti Sna  Confcommercio Ascom a suo tempo concordate con Confcommercio nazionale quando all’interno dell’esecutivo nazionale Sna mi sono occupato dei rapporti Sna Confcommercio», ricorda il presidente provinciale Francesco Pavanello (a destra). «Questo accordo, tuttavia, non ha realizzato, se non marginalmente, le attese e le sinergie che ci aspettavamo. Per questa ragione tre anni fa abbiamo rinegoziato una riduzione del 50% della quota versata con l’intesa di decidere alla scadenza del prossimo triennio se disdire totalmente l’accordo. Recentemente abbiamo analizzato la situazione venutasi a creare anche nei rapporti Sna- Confcommercio a seguito della sottoscrizione del nuovo Ccnl dipendenti e siamo orientati a rescindere l’accordo alla prossima scadenza di dicembre 2015».

«Tra la nostra provinciale e Confcommercio locale non vi è mai stato nessun contatto e nessuna proposta di collaborazione sul territorio. Ma, a dire il vero,  non si è neppure mai sentita la mancanza di questa collaborazione», taglia corto Sandro Prini, presidente provinciale Sna di Rovigo.

Giovanni Iacobucci, presidente provinciale Sna di Udine, conferma che, «nel caso della nostra provincia non ci sono stati sviluppi anche perché la Confcommercio locale ha inteso formulare un accordo con un broker locale. Se è giusto pensare a una collaborazione? Le cose che si potrebbero fare sono molte, ma tutte e due le parti dovrebbero essere interessate veramente e non solo una».

radettiFabio Radetti (a sinistra), presidente provinciale Sna di Pordenone:  «La collaborazione, nella nostra provincia, non si è mai avviata. Ritengo che la tra Confcommercio e Sna ci possano essere delle opportunità per caratterizzare offerte assicurative valide a categorie che, in generale, non hanno la sensibilità di cogliere gli aspetti qualitativi, ma vengono ammaliati da quelli economici. Bisognerebbe lavorare sulla cultura del rischio e sulle scelte prioritarie che ogni imprenditore deve fare per risolvere le sue reali necessità». E riguardo a una futura collaborazione dice: «se un accordo non funziona con un’adeguata soddisfazione reciproca è più corretto rescinderlo ed eventualmente volgere l’attenzione su altri panorami. Tutti siamo utili, nessuno si illuda di essere indispensabile». Radetti aggiunge: «Per quanto riguarda i servizi della Confcommercio ho richiesto consulenza su aspetti previdenziali pensionistici e sulla gestione paghe e contributi: per i primi ho risolto personalmente e direttamente, per i secondi è in piedi un oneroso contenzioso».

magniniChiudiamo con le sezioni provinciali Sna di Bolzano e Parma. «A Bolzano la collaborazione è stata in passato costruttiva e produttiva per alcuni anni, riscuotendo un discreto successo anche per le ben note problematiche legate al bilinguismo», sottolinea Giovanni Magnini (a destra), presidente provinciale Sna di Bolzano. «Ciò grazie a un compromesso tra le parti che prevedeva che tutti gli associati iscritti alla provinciale Sna sarebbero stati automaticamente iscritti a loro volta gratuitamente all’Unione Turismo Commercio e Servizi. Una collaborazione che si è conclusa nel momento in cui l’ente ha preteso che ogni agente cominciasse a pagare la quota associativa alla stregua di quanto sino ad allora stavano pagando i loro associati appartenenti ad altre categorie professionali e non. La provinciale Sna ha cercato in tutti i modi di trovare degli accordi propositivi alternativi che però, purtroppo, non hanno riscosso i riscontri desiderati. Da quel momento in poi sono stati fatti diversi tentativi di riaggregazione per poter continuare a mantenere inalterata la tanto sudata visibilità e rappresentatività della categoria sul territorio, per esempio con l’Ente Assoimprenditori (ex Associazione Industriali). Diversamente si è trovata l’apertura da parte dell’Associazione provinciale degli imprenditori, disponibile al coinvolgimento della categoria dietro il pagamento di una quota sociale dedicata. Al momento la provinciale Sna non ha preso ancora delle decisioni definitive».

Infine Parma. A parlare è il presidente provinciale Graziano Bisagni: «Da quando ricopro questa carica (7 anni), la collaborazione con la Confcommercio locale non  è mai esistita e nemmeno ci sono mai stati tentativi di avviarla. Questa situazione era tale anche con il mio predecessore. Pertanto credo sia giusto chiudere qui il discorso, anche perché da parte della Confcommercio Nazionale è stata creata ad arte questa intromissione/polemica sul Ccnl senza analizzare il problema in tutti i suoi aspetti, compresi quelli giuridici».

Fabio Sgroi

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