Il presidente dello Sna ha recentemente puntato l’indice sul fenomeno delle revoche agenziali da parte delle imprese: «Non è ammissibile che un agente venga revocato con una “pec”, dopo decenni di onorato servizio». Ma c’è anche…

Nella sua relazione letta all’ultimo Comitato Centrale del Sindacato nazionale agenti di qualche settimana fa, il presidente Claudio Demozzi ha parlato anche di revoche agenziali, manifestando pienamente il suo dissenso e puntando l’indice anche su quegli agenti definiti «compiacenti» e fiduciari delle compagnie.
Parole forti, come è nello stile di chi guida il sindacato di via Lanzone. «Continuiamo e continueremo a contrastare con forza ogni forma di ritorsione e di interruzione infondata del rapporto agenziale», ha affermato Demozzi. «Non è ammissibile che un agente venga revocato con una “pec”, dopo decenni di onorato servizio, dopo aver costruito, con mille sacrifici, un portafoglio agenziale e un consolidato rapporto con la clientela. Non possiamo accettare motivazioni palesemente strumentali, sulla base delle quali vengono interrotti rapporti professionali sui quali i colleghi hanno costruito la loro vita professionale, personale e famigliare. E molti di noi, purtroppo, davanti a precise strategie aziendali che palesano l’intenzione di ridurre il numero delle agenzie mandatarie, appaiono come una massa inerme, a cui alcune imprese propinano tutto e il contrario di tutto per giustificare logiche da puro capitalismo sfrenato».
Demozzi, poi, ha puntato l’indice su alcuni dei….suoi colleghi. «È innegabile che in questo contesto alcune grandi compagnie siano anche riuscite a disgregare il fronte degli agenti, sotto il profilo associazionistico, inserendoci all’interno persone compiacenti e di fiducia che una volta inseritesi ai vertici non hanno fatto altro che appiattirsi alle direttive aziendali in cambio a volte di nulla, o solo di un po’ di visibilità, oppure di posizioni o contesti “ben retribuiti”».
Fabio Sgroi
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