In una intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, Carlo Cimbri, ceo del Gruppo Unipol, spiega le ragioni: «E’ ormai un’associazione inadeguata ai tempi che cambiano. Non ci rappresenta».

La notizia è di quelle clamorose e apre nuovi scenari (e anche interrogativi) nel mondo dell’associazionismo. Già, perché non si tratta di un gruppo aziendale agenti che fuoriesce da un sindacato o da un’associazione, ma di UnipolSai. Che ha deciso di abbandonare l’Ania. E’ quello che ha detto Carlo Cimbri, ceo del Gruppo Unipol, in una intervista pubblicata oggi da Il Sole 24 Ore.

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tuttointermediari.it riporta solo qualche passaggio (operazione, questa, consentita). Cimbri è stato chiaro: «Dopo il consiglio di amministrazione della trimestrale, convocato per il prossimo 13 novembre, formalizzeremo la decisione di uscire dall’Ania. In questi mesi abbiamo cercato di imprimere una spinta riformista a un organo ormai trasformatosi in una sorta di club autoreferenziale. Le nostre perplessità e le nostre proposte, quando avanzate ai rappresentanti dell’Associazione, sono cadute nel vuoto». E’ ormai un’associazione non più «adeguata ai tempi che cambiano. Dobbiamo domandarci se l’Ania nella sua conformazione attuale sia un interlocutore incisivo ed efficace. Noi pensiamo di no».

Il ceo del Gruppo Unipol ha lasciato intendere che la scelta di uscire da Ania è definitiva. Si aprono, dunque, nuovi scenari. In tutti i sensi. Cimbri ha detto che ai dipendenti Unipol continuerà a essere applicato il contratto siglato fra Ania e le organizzazioni sindacali di categoria. Sarà così anche per il contratto degli agenti? Intanto, si attende la replica dell’Ania…

 Fabio Sgroi

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