lunedì 20 Ottobre 2025

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CIRASOLA TIRA UN SOSPIRO DI SOLLIEVO: «SCAMPATO IL RISCHIO DI DIVENTARE PARABANCARI». E AI VERTICI DEL LEONE DICE: «ORA VIA A SANE ACQUISIZIONI»

Il presidente del Gruppo Agenti Generali Italia non nasconde la sua soddisfazione di fronte a una operazione (l’acquisizione del Leone da parte di Intesa Sanpaolo) che nelle ultime ore è tramontata e che sin dall’inizio è stata vista con preoccupazione dagli agenti “storici”.
  

vincenzo-cirasola-7«Sin dal 1° febbraio scorso abbiamo tempestivamente manifestato il nostro diniego, tanto che oltre la stampa nazionale e internazionale lo stesso ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, si è sentito chiamato in causa ed è dovuto intervenire con una nota, solo poche ore dopo le nostre dichiarazioni, per chiarire la posizione di Intesa Sanpaolo. Addirittura si sono interessati alla questione sia il primo ministro Paolo Gentiloni, sia il ministro dell’Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, per confermare la salvaguardia dell’italianità del business assicurativo, i cui rischi noi avevamo ben evidenziato. Possiamo quindi dire che le nostre riflessioni e contestazioni contro l’ipotesi di Ops di Intesa Sanpaolo, vista anche la precedente fallimentare esperienza con GeneComit, sono state ascoltate e che oggi ha vinto l’idea che ognuno è chiamato “a fare il proprio mestiere”». Cosi si è espresso Vincenzo Cirasola (nella foto), presidente del Gruppo agenti Generali Italia (Gagi), in una comunicazione all’indomani del passo indietro di Intesa Sanpaolo che ha rinunciato alla scalata a Generali.

Cirasola, però, non canta vittoria. «Non pensiamo di poter dormire sonni tranquilli. Ora che il Leone si è mostrato vulnerabile, seppur oggi ha dimostrato di sapersi difendere, non è detto che non ci siano altri predatori all’orizzonte». E indica la ricetta per difendersi: «Per preservare l’indipendenza e l’italianità di Generali, “gioiello” del nostro Belpaese, abbiamo bisogno di far crescere la nostra azienda non solo attraverso la raccolta industriale, ma anche e soprattutto attraverso un rafforzamento patrimoniale. Credo che di questo dovrebbero prendere atto tutti gli stakeholders, compresi noi agenti, ma soprattutto gli azionisti. Ormai, se non mi sbaglio, è dal 1999, ossia dall’acquisizione di Ina Assitalia, che Generali non propone aumenti di capitale. Forse sarebbe opportuno iniziare a ragionarne; di rafforzarci anche con delle sane acquisizioni, prima di diventare un “boccone prelibato” per qualche altra società/compagnia, oppure per un “nuovo ricco”, cinese o indonesiano, come è accaduto per alcune storiche squadre di calcio».

Certo, continua Cirasola, «è vero che non è nelle competenze di noi agenti, nonostante siamo i responsabili del 60% della raccolta del gruppo e quindi anche dei dividendi staccati agli azionisti, indicare l’orientamento e le strategie che deve avere la compagnia, ma come Gagi ci siamo sempre impegnati a lavorare su più fronti e ad affrontare, oltre le questioni più pratiche e operative che ci riguardano da vicino nell’attività quotidiana (a partire dai target e dalla semplificazione fino alla mancanza delle cartelline porta-polizze e dei toner delle stampanti), anche a tematiche più strategiche e complesse come il rischio di vedere chiudere le nostre agenzie, mandando a casa i nostri dipendenti e subagenti, per diventare dei “para-bancari”, che abbiamo appena scampato».

Fabio Sgroi

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