venerdì 17 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

CESARI: «UN ECCESSIVO AFFIDAMENTO AGLI ALGORITMI DI IA NON E’ UNA TENDENZA POSITIVA. LA COMPONENTE UMANA? RIMANE IMPRESCINDIBILE»

Il consigliere dell’Ivass: «Ci sarà bisogno di molta intelligenza naturale affinché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possa dare risultati pienamente soddisfacenti».

Riccardo Cesari

Nel settore assicurativo, l’impiego dell’intelligenza artificiale coinvolge anche gli intermediari assicurativi e in modo diretto perché va a impattare sulle varie fasi dei processi di gestione del rapporto assicurativo che spetta proprio ad agenti e broker.

Ne ha parlato Riccardo Cesari, consigliere dell’Ivass, all’ultima convention di Anapa Rete ImpresAgenzia.

In particolare, l’IA impatta sulla fase di sottoscrizione («Gli algoritmi di IA sono in grado di analizzare grandi quantità di dati e possono valutare il rischio associato a un potenziale cliente in modo più rapido e completo rispetto ai metodi tradizionali, ad esempio tenendo conto di correlazioni nascoste tra i dati e non previste dalla teoria», ha affermato Cesari), sull’analisi predittiva («L’IA può individuare in modo esteso e approfondito le esigenze dei clienti, suggerendo prodotti assicurativi adeguati al target market o evidenziando rischi potenziali su cui effettuare prevenzione, migliorando la proattività del servizio») e sulla gestione dei sinistri («L’IA può automatizzare la revisione e l’elaborazione delle richieste di risarcimento. Algoritmi avanzati possono analizzare documentazione, immagini e video, selezionando i casi non problematici per i quali è possibile velocizzare le procedure di liquidazione»).

Cesari ha rimarcato, allo stesso tempo, come siano «altrettanto rilevanti» i rischi che dall’impiego di questa nuova tecnologia derivano, «primo fra tutti quello di una sovra-dipendenza dalla tecnologia non accompagnata dalla piena consapevolezza su valori e limiti degli strumenti». Per il consigliere dell’istituto di vigilanza, «un eccessivo affidamento agli algoritmi di IA e la correlata deresponsabilizzazione della componente umana non appaiono tendenze positive. La componente umana rimane imprescindibile e ineludibile anche alla luce degli “alti rischi” che comportano i sistemi di intelligenza artificiale applicati alla valutazione dei rischi assicurativi e alla determinazione dei prezzi su vita e salute. Ci sarà bisogno di molta intelligenza naturale affinché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possa dare risultati pienamente soddisfacenti».

Fabio Sgroi

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