sabato 11 Ottobre 2025

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CATTOLICA E LA TRASFORMAZIONE IN SPA: IL FRONTE DEL NO SI COMPATTA

Alcuni soci, risparmiatori e imprenditori hanno dato vita al coordinamento “Casa Cattolica” che si schiera nettamente contro, definendo l’operazione con Generali «un’Opa mascherata» che porterà alla perdita di «posti di lavoro, di agenti e degli interessi sul territorio».   

I promotori e sostenitori di Casa Cattolica

Il conto alla rovescia è cominciato. E da tempo. Il prossimo 31 luglio l’assemblea dei soci di Cattolica è chiamata, fra l’altro,  all’approvazione o meno della proposta di trasformazione del gruppo veronese in società per azioni. È la condizione posta da Generali nell’ambito della partnership strategica annunciata qualche settimana fa.

Intanto scalpita il fronte del no a questa operazione. Nei giorni scorsi alcuni soci, risparmiatori, imprese e rappresentanti politici sono usciti allo scoperto presentando Casa Cattolica – Insieme per Cattolica Assicurazioni, una sorta di coordinamento che mette insieme quegli azionisti contrari all’operazione con il Leone.

Promotori e sostenitori dell’iniziativa sono Maurizio Zumerle, dell’Associazione Soci Apaca, Paola Boscaini e Giuseppe Cottini Lovati del Patto di Sindacato Le Api, Germano Zanini dell’Associazione Verona Network, Renato Della Bella di Apindustria Verona e Ivano Ferrari dell’Associazione Innoval.

L’intenzione è quella di bloccare tutto, votando no all’assemblea straordinaria di fine luglio. I rappresentanti di Casa Cattolica si dicono convinti che questa operazione, così come presentata, «sia una svendita» del gruppo veronese, sia «una Opa (Offerta pubblica di acquisto, ndr) mascherata» che con tutta probabilità porterà alla perdita di «posti di lavoro, di agenti e degli interessi sul territorio», visto che Generali «entra nella gestione della compagnia a tutti gli effetti».

Insomma la proposta di trasformazione in società per azioni, così come è stata presentata, è «totalmente inaccettabile sia per il prezzo, sia per le condizioni».

I rappresentanti di Casa Cattolica ritengono che i soci «siano in grado di sostenere l’aumento di capitale richiesto»; in ogni caso si stanno organizzando con esposti alla Consob e con audizioni presso la Regione Veneto per sottolineare la «drammaticità di questo evento per l’economia veneta». Si punta infine a sfiduciare l’intero consiglio di amministrazione di Cattolica, «ritenuto responsabile di questo scempio».

Fabio Sgroi

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