lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

CATTOLICA E IL NUOVO SISTEMA DI GOVERNANCE DA PROPORRE AI SOCI: ECCO TUTTE LE NOVITA’

A fine aprile l’assemblea dei soci si pronuncerà sulle modifiche che, secondo i vertici del gruppo veronese, dovrebbero «semplificare e fare evolvere il modello di governance cooperativo».
 

Tra le novità presentate da Cattolica Assicurazioni nell’ambito del suo piano industriale 2018-2020 c’è la proposta di adozione di un nuovo sistema di governance. Un argomento di cui, da fine gennaio (cioè da quando il gruppo veronese ha presentato il piano ufficialmente a Milano) si continua a parlare parecchio, al punto che, lo scorso 22 marzo, il consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni ha anticipato l’approvazione della relazione sulla proposta di adozione di un nuovo statuto sociale che sarà sottoposta all’assemblea, «anche con l’intento di porre fine ai rumors connessi all’adozione di un nuovo modello di governance», è specificato in una nota della compagnia.

L’assemblea straordinaria e ordinaria dei soci è stata convocata per i giorni 27 e 28 aprile 2018, rispettivamente in prima e seconda convocazione.

In che cosa consiste questo nuovo modello di governance? Innanzitutto una premessa importante, fatta in più di una circostanza da Alberto Minali, amministratore delegato di Cattolica: «Il cambio di governance proposto si inquadra nel contesto di un modello cooperativo che rimane e permane». Gli elementi di novità, tuttavia, non sono pochi. Vediamoli.

TUTTE LE NOVITA’ – Innanzitutto l’adozione di un modello monistico (cioè un unico organo di amministrazione e controllo) e la riduzione del numero complessivo degli esponenti a 17 (attualmente i consiglieri sono 18 e i sindaci effettivi sono 5), tenendo conto che le funzioni del nuovo consiglio di amministrazione assorbiranno quelle proprie del collegio sindacale. È previsto anche l’abolizione del comitato esecutivo e la soppressione del requisito di rappresentanza territoriale per i componenti del Cda.

Poi c’è la conferma della soglia di partecipazione azionaria dei soci persone fisiche (0,5%) e l’innalzamento di quella prevista per i soci persone giuridiche (5%), peraltro estesa anche a enti collettivi e Oicr (Organismi di investimento collettivo del risparmio); il superamento del limite, ha precisato Cattolica, non impedisce di detenere ulteriori azioni, senza perdere la qualifica di socio. I diritti non patrimoniali restano esercitabili entro il limite delle soglie indicate.

Infine, il riconoscimento a favore dell’eventuale Lista di Capitale: uno o due amministratori sono tratti dalla lista che sia risultata prima per capitale (diversa dalla Lista di Maggioranza, risultata prima con voto capitario, una testa un voto, e anche da quella di Minoranza) avendo ottenuto voti corrispondenti al 10% o al 15% del capitale sociale, qualunque sia il numero di soci che l’abbia votata. In sostanza rimane invariato il principio del voto capitario; tuttavia alla lista che raggiungerà voti rappresentativi di determinate soglie di capitale saranno riservate opportune forme di rappresentanza.

Alberto Minali

«GOVERNANCE PIU’ EFFICIENTE» – I vertici di Cattolica sono convinti che questo nuovo sistema porti a una governance «più efficiente, in linea con best practice internazionali». La società cooperativa, quindi, si apre al mercato e in questo modo «valorizza l’ingresso  di investitori istituzionali come soci».

Minali è stato chiaro sin dall’inizio: «Noi pensiamo che Cattolica,  dotandosi di un sistema monistico temperato dalla partecipazione di esponenti nel capitale del Cda, possa avere una governance coerente con il nuovo piano industriale 2018-2020. Non è il momento di stravolgere l’impianto cooperativo. L’ipotesi della Spa non è né sul mio tavolo, né su quello di alcuni azionisti, né su quello del Cda», ha sottolineato l’AD, che ha aggiunto: «La maggior parte delle modifiche statutarie entreranno in vigore da aprile 2019». Proprio quando scadrà il mandato dell’attuale Cda e quello dello stesso Minali.

«Passare da un sistema duale a uno monistico, decidere di eliminare il consiglio esecutivo e di ridurre i consiglieri, di aprire l’organo di amministrazione al capitale, non mi sembrano passi di poco conto», ha affermato Minali. «L’assemblea, che rimane sovrana, deciderà».

Fabio Sgroi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN COPERTINA