Il sindacato nazionale agenti e le due associazioni dei consumatori sottolineano la «fortissima criticità» dei prodotti proposti dalla compagnia agli assicurati, che oggi «appaiono capestro. Dove era l’istituto di vigilanza quando i broker e i promotori finanziari italiani proponevano questi contratti? Quali e quanti controlli ha svolto su queste vendite?».
Il Sindacato nazionale agenti e due associazioni dei consumatori, Codici e Confconsumatori, sparano a zero contro l’Ivass. Il motivo? La gestione della questione relativa alla compagnia lussemburghese Fwu Life.
In una nota diffusa nelle ultime ore, il sindacato storico degli agenti e le due associazioni dei consumatori hanno fatto riferimento «al fallimento della compagnia lussemburghese Fwu Life Insurance Lux, che ha venduto in Italia circa 110.000 polizze vita tramite canali di brokeraggio assicurativi o finanziari, ma non tramite agenti assicurativi».
Sna, Codici e Confconsumatori rilevano «una fortissima criticità sui prodotti, che ad oggi, alla luce della futura insinuazione al passivo, appaiono capestro. Infatti, le polizze cedute prevedono che i costi assicurativi e le commissioni della compagnia siano concentrati nei primi 5 anni di contratto, con la conseguenza che i versamenti fatti nei primi 5 anni non sono garantiti da riserve tecniche e probabilmente finiranno nel tritacarne dei crediti chirografari con assoluta incertezza di recupero».
Molte persone, citano a esempio Sna, Codici e Confconsumatori, «che hanno versato 10 anni di premi assicurativi riscontrano valori di polizza, investiti in fondi, pari al 50% dei loro versamenti, con la conseguenza che avranno, con elevata probabilità, la possibilità di recuperare dalla liquidazione Fwu soltanto la metà di quanto versato. Si tratta di un meccanismo contrattuale assolutamente vessatorio e avulso alla prassi seguita dalle compagnie italiane».
Poi l’affondo nei confronti dell’istituto di vigilanza italiano: «Dove era l’Ivass quando i broker e i promotori finanziari italiani proponevano questi contratti, quali e quanti controlli ha svolto su queste vendite?». Sna, Codici e Confconsumatori si chiedono se l’authority «non intenda intervenire con una massiccia attività ispettiva a tappeto sui broker e i promotori finanziari che hanno ceduto le polizze». E ancora: «se si autorizza la vendita di prodotti nel territorio italiano, che garanzie vengono date o fatte dare contro i rischi che stanno emergendo per il caso Fwu? Se è vero, dunque, che la governance europea sulle assicurazioni ha indubbiamente fallito facendo liquidare un colosso assicurativo, anche quella italiana certamente non ha brillato per puntuali controlli su vendite di polizze vita».
Fabio Sgroi
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