mercoledì 05 Novembre 2025

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CANU: «NO ALLA DISCONTINUITA’, SI’ A CRESCITA E STABILITA’ DELLE AGENZIE»

Il presidente del Gaag Lloyd Italico si augura che i recenti cambi nell’assetto organizzativo di Generali Italia non condizionino, in peggio, il modello di relazioni industriali, che fino a ieri ha funzionato. E alla mandante chiede…

 

«Il risultato di questo congresso è stato straordinario. Per la prima volta nella storia del Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico (è nato nel 1969) la giunta e il suo presidente sono stati eletti all’unanimità e per acclamazione. Non era mai accaduto». È soddisfatto Antonio Canu (nella foto), 47 anni, di Sassari, riconfermato presidente del Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico, rappresentanza costituita da 196 agenti iscritti per un totale di 165 agenzie. Soddisfatto non tanto per una questione personale, ma per la compattezza dimostrata dal gruppo agenti, in questa fase delicatissima della sua esistenza. In questa intervista a tuttointermediari.it, Canu racconta come è andato l’ultimo congresso e quali sono gli obiettivi della rappresentanza, nel percorso di crescita all’interno del colosso Generali Italia.

Canu Antonio 3Domanda. Dopo il congresso di Trieste, la rappresentanza agenziale esce più rafforzata e compatta di prima?

Risposta. Assolutamente sì. Un gruppo più compatto e più forte. È ciò rappresenta certamente un grande risultato, dal momento che stiamo vivendo una fase di turbolenza, dovuta all’introduzione dei nuovi sistemi informatici e dei nuovi prodotti auto. Il gruppo agenti, tengo a precisare, era già unitissimo prima. Adesso si rafforza ancora di più.

D. Alla vigilia del congresso serpeggiava qualche malumore, legato alla rivoluzione annunciata dalla mandante qualche giorno prima, che ha di fatto ridisegnato l’assetto organizzativo e che comporta il cambio di interlocutore nelle relazioni industriali. Quanto vi ha preoccupato questa decisione?

R. Non poco. Queste novità hanno cambiato la natura stessa del congresso che avrebbe dovuto svolgersi in tutta tranquillità, in un clima di armonia e condivisione con la mandante. Un congresso dove forse per la prima volta gruppo agenti e compagnia dovevano sentirsi partner.

D. E invece?

R. Si tratta di un annuncio che, se vogliamo, è destabilizzante per la rete. Un enorme stravolgimento che ci priva di due figure di interfaccia che hanno rivestito un ruolo chiave nelle relazioni industriali fra il nostro gruppo agenti e l’azienda. Mi riferisco a Bruno Scaroni  e a Manlio Lostuzzi. Il primo, in particolare, è stato determinante nella sottoscrizione di accordi vitali per il nostro gruppo. Accordi normativi ed economici che, tra l’altro, hanno permesso di lasciare invariata la distribuzione territoriale e la consistenza numerica delle agenzie a marchio Loyd Italico. E questo a prescindere dalla dimensione delle stesse. Lostuzzi, che si è occupato di tutta la parte danni, avrebbe dovuto seguire il roll-out relativo ai rami elementari. Un’operazione, questa, in programma l’anno prossimo.

D. Al congresso ha partecipato Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali Italia, e Stefano Gentili, che dai primi di ottobre sarà il nuovo chief marketing & distributor officer. Avete ricevuto delle rassicurazioni? Che cosa chiedete al top management?

R. Sì. Ci hanno garantito una continuità rispetto a quanto avvenuto fino adesso. Mi auguro che, pur nella diversità di stile, di carattere e di approccio, i nuovi arrivati tengano conto di quanto produttivo sia stato per l’azienda l’aver instaurato relazioni industriali positive. C’è ancora tanto da fare e mi auguro di non dover tornare a pensare a un tipo di rapporti con la mandante che generi da parte nostra la produzione di azioni di rottura e di contrapposizione. Spero che, in particolare, Gentili, sia presente come lo è stato Scaroni, e sia molto attivo soprattutto nella risoluzione dei problemi quotidiani che impattano sulla rete.

D. Quali argomenti affronterete nei prossimi giorni con la mandante?

R. Certamente quelli legati alla quotidianità. Il gruppo agenti seguirà due binari. Il primo riguarda le correzioni importanti da apportare al processo di integrazione informatica e di prodotto, che è già in corso relativamente all’auto, e programmare in maniera precisa (visto le disfunzioni e i problemi creati da questa prima fase legata all’auto) tempi e modi dell’integrazione riferita ai rami elementari. Poi bisognerà capire quali sono le scelte dell’azienda circa il modello distributivo e commerciale che intende perseguire alla luce di queste modifiche. Noi ci auguriamo sia in forte continuità col passato e dia garanzie alla rete Loyd Italico che, è bene sottolinearlo, è enormemente diversa da quella di Generali Italia.

D. Lei ha avuto parole di elogio nei confronti di Bruno Scaroni. Non è usuale che un gruppo agenti ringrazi apertamente un dirigente di compagnia…

R. Vorrei ringraziarlo perché abbiamo costruito, con lui, un modo nuovo di intrattenere le relazioni industriali. Sono in giunta dal 2000, ho avuto a che fare con tante proprietà e ho visto passare tanti referenti direzionali. Devo dire che per la prima volta si è riusciti a instaurare un rapporto diverso. Sia chiaro, ci sono stati anche scontri durissimi, a tratti visioni molto differenti,  ma alla fine ha prevalso il rendersi conto che solo facendo un accordo di sistema azienda-agenti si poteva tentare di portare a termine un progetto cosi ampio e complesso. Tutto questo sempre nel rispetto rigorosissimo dei ruoli. In questo anno e mezzo, Scaroni ha seguito tutta la questione dell’integrazione con una vicinanza forte alle reti, dando garanzie a livello economico, di qualità e di servizio.

D. Oggi di cosa hanno bisogno le agenzie Lloyd Italico?

R. Crescita e stabilità. Il nostro congresso di Trieste si intitolava Dalla stabilità per contratto alla stabilità del mercato. Noi dobbiamo approfittare di questo periodo per crescere, sviluppare e consolidarci sul mercato. Chiaramente l’azienda ci deve fornire gli strumenti per centrare questo obiettivo. E noi cambiare marcia anche a livello culturale. Il cambiamento, per intenderci, non va ostacolato, ma va cavalcato. Da questo punto di vista cercheremo di valorizzare la nostra società di servizi, interamente detenuta dal gruppo aziendale agenti Lloyd Italico, che era nata con l’obiettivo di svolgere prevalentemente attività di intermediazione. Con gli accordi siglati con la mandante abbiamo deciso di tenerla in standby da questo punto di vista. Certamente la indirizzeremo a vantaggio della rete affinché sia di supporto a questo cambiamento. Come? Per esempio attraverso l’attività di compliance e di formazione autonoma. Cercheremo di chiudere  accordi con fornitori di beni e servizi che possano essere messi a disposizione dei nostri clienti attraverso le nostre agenzie.

Fabio Sgroi

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