giovedì 18 Settembre 2025

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CANU, MUSTO, SALVI E L’ESPULSIONE DA SNA: QUALI SCENARI SI APRONO, ADESSO?

Dal ricorso alla commissione nazionale di deontologia professionale all’uscita da Sna dei tre gruppi agenti coinvolti. Vediamo cosa potrebbe succedere…

 

Da sinistra: Antonio Canu, Mariagrazia Musto e Roberto Salvi

Sta facendo molto discutere la decisione del collegio dei probiviri del Sindacato nazionale agenti di espellere dal sindacato Antonio Canu, presidente del Gruppo aziendale agenti generali Lloyd Italico (Gaag), Mariagrazia Musto, presidente di Unat Gruppo agenti – Generali Italia e Roberto Salvi, presidente del Gruppo agenti di assicurazione Toro (Gaat), per aver violato in particolare la disciplina sindacale con riferimento alla questione che ha portato alla firma dell’accordo dati con la mandante Generali Italia, contravvenendo a quelle che sono le linee guida indicate dallo Sna.

La vicenda era nata da un esposto presentato direttamente da Claudio Demozzi, presidente dello Sna. Che dunque tira dritto per la sua strada quando si tratta di definire il ruolo dell’agente in merito al trattamento dei dati dei clienti. E mentre ieri lo Sna ha divulgato a tutti gli iscritti al sindacato le sentenze del collegio dei probiviri, i tre presidenti preferiscono in questa fase non rilasciare dichiarazioni ufficiali.

Una cosa è certa. Questa decisione, clamorosa, dell’organo giudicante dello Sna lascerà il segno. Bisognerà capire come e dove.

Tuttointermediari.it ha provato a immaginare diversi scenari che potrebbero aprirsi nelle prossime settimane/mesi. Alcune ipotesi sono verosimili, altre un po’ meno. Vediamo.

Partiamo da quanto riporta l’articolo 34 dello statuto dello Sna. I sanzionati, in questo caso i tre presidenti, possono proporre ricorso alla commissione nazionale di deontologia professionale, che pronuncerà una decisione definitiva. Il ricorso sospende l’efficacia del provvedimento impugnato. Dunque quello che potrebbero fare i tre espulsi è ricorrere a questo organo e giocarsela fino in fondo.

Altro scenario plausibile (e sarebbe davvero un segnale forte) è l’uscita dallo Sna dei gruppi agenti: in blocco oppure singolarmente. Per uscita dallo Sna si intende l’interruzione di qualsiasi rapporto fra sindacato e i gruppi agenti (o il gruppo agenti). Questi ultimi lascerebbero ai singoli iscritti la facoltà di aderire al sindacato, ma come associazione direbbero fine alla relazione con via Lanzone.

In quest’ultimo caso, come si muoverebbero? Una strada è quella di aderire ad Anapa Rete ImpresAgenzia. I rapporti fra i tre presidenti in questione e Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa e del Ga-Gi (Gruppo agenti Generali Italia, il primo gruppo fra quelli in orbita Generali a firmare il tanto contestato accordo dati) non sono idilliaci, ma l’interesse comune potrebbe abbattere le barriere e far dimenticare qualche screzio accaduto in passato.

Il Gaag e Unat, poi, fanno parte di Confagi, la Confederazione degli agenti Generali di assicurazione di Generali Italia, di cui fa parte anche Anagina (Associazione agenti imprenditori servizi assicurativi, che rappresenta in prevalenza gli ex agenti Ina Assitalia). Perché dunque non ipotizzare una sorta di collaborazione più stretta e più di ampio raggio (in relazione a tematiche inerenti l’attività agenziale) fra i tre gruppi, elevando il ruolo della stessa Confagi o addirittura integrandosi con Anagina?

Gaag e Unat andrebbero sul velluto visto il rapporto quasi fraterno che Canu e Musto hanno con Davide Nicolao (presidente di Anagina). Va ricordato che Anagina siede sul tavolo di trattativa con l’Ania per il rinnovo dell’Accordo nazionale agenti. E il Gaat? Difficile che possa sposare questo progetto, ma mai dire mai…

Un quinto scenario vedrebbe i tre gruppi agenti proseguire da soli (in passato qualche rappresentanza agenziale ha seguito questa strada salvo poi tornare sui propri passi…) non aderendo ad alcuna associazione di categoria o sindacato.

Altro scenario. Potremmo definirlo il “partito dei delusi”. Ma anche il partito di coloro che hanno in mente un nuovo modo di “fare” sindacato. Coloro che non si rivedono nelle linee guida di Sna e di Anapa. Gaag, Gaat e Unat potrebbero dar vita a una nuova sigla sindacale, riunendo tutti quei gruppi agenti che magari intendono sia la professione, sia il rapporto con le mandanti, in maniera diversa rispetto alla visione tipica di un sindacato. Per intenderci: un sodalizio libero da lacci e lacciuoli, non eccessivamente legato a principi che possono risultare oggi anacronistici.

È pressoché impossibile vista l’enorme stima e riconoscimento che i rispettivi iscritti a Gaag, Unat e Gaat nutrono nei confronti di Canu, Musto e Salvi, ma un altro scenario potrebbe essere quello che i gruppi cambino guida e puntino su nomi nuovi. Per smuovere un po’ le acque e provare a ricucire i rapporti con Sna. Ipotesi improbabile.

Infine, sempre in merito ai possibili scenari, potrebbe accadere che fra i presidenti dei gruppi agenti aderenti allo Sna (e facenti parte del Comitato dei gruppi aziendali) si apra (o si riapra) un dibattito, con una riflessione più approfondita relativamente alle linee guida di Sna in materia di trattamento dei dati. Perché altri gruppi agenti potrebbero trovarsi nella stessa situazione di Gaag, Unat e Gaat…

Fabio Sgroi

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