Il presidente del Gruppo aziendale agenti generali Lloyd Italico: «Guardo con attenzione, curiosità e molto interesse a questa iniziativa sindacale».

«Guardo con attenzione, curiosità e molto interesse a questa iniziativa sindacale che vedo come una importante novità nel mondo della rappresentanza degli agenti di assicurazione». Antonio Canu, presidente del Gruppo aziendale agenti generali Lloyd Italico (Gaag), si esprime positivamente in merito alla nascita di UniAgenti.
E l’occasione gli è utile per fare un passo indietro nel tempo e spiegare il perché di questa sua opinione favorevole nei confronti del nuovo sindacato. «Anni fa», racconta a Tuttointermediari.it, «ho lavorato personalmente in seno al comitato dei gruppi aziendali dello Sna del quale ero vice presidente collaborando con il presidente Tonino Rosato, galantuomo coraggioso di grandi e rari principi e instancabile propugnatore dell’unità sindacale, al tentativo di riunificazione tra Sna e Unapass. Qualcuno quella unificazione che Rosato portò in Sna su un piatto d’argento non volle farla e questo lo giudicherà la storia, ma questo fatto dà l’idea di quante perplessità, per non dire ostilità, dovrebbe destarmi il fatto che nasca addirittura un altro sindacato. Sarebbe sempre stato così, ma non questa volta», precisa Canu.
«Infatti, le sigle più o meno storiche delle rappresentanze sindacali degli agenti», prosegue l’agente sardo, «Anapa e soprattutto Sna – la sigla sindacale nella quale mi sono identificato per una intera vita professionale – hanno dimostrato di non avere la forza, la capacità politica e il potere contrattuale nel confronto con la controparte per giungere all’eternamente promesso e imprescindibile rinnovo dell’Accordo Nazionale Agenti scaduto da lustri. E ciò in un momento sempre più complicato per la nostra attività di liberi agenti di assicurazione, lasciati soli davanti a cambiamenti epocali e complessità normative crescenti».
Per questa ragione Canu guarda «fiducioso, sapendo bene della capacità, del coraggio e dell’intraprendenza di quelli che conosco tra i soci fondatori, a ciò che questa nuova sigla sindacale potrà fare per la categoria in maniera trasparente e priva di personalismi e contrapposizioni strumentali».
LA PESANTE CRITICA A SNA… – Canu va oltre, con un pensiero assai critico nei confronti dello Sna. «All’incapacità di non riuscire a fare un passo avanti in tantissimi anni di governo dello Sna, parlo di quella che era la mia casa sindacale e non degli altri, ha infatti fatto da corollario l’imposizione fatta ai gruppi agenti di assoggettamento assoluto al “non fare“ dell’esecutivo nazionale Sna con il divieto di concludere accordi ancorché ottimi invadendo prepotentemente anche le trattative di secondo livello. I gruppi agenti che infatti hanno tentato, anche con la maggiore attenzione possibile a non invadere il campo della trattativa di primo livello, di colmare questo vuoto per proteggere, aiutare e difendere i colleghi associati facendo accordi vantaggiosi dal punto di vista sia normativo che remunerativo, sono stati accusati, inquisiti, diffamati, deferiti e condannati con condanne inique e politiche che il sindacato stesso, a fronte dei ricorsi, si ha poi rimangiato con sprezzo del ridicolo. E ciò, spesso, per motivi di avversione personale più che di opportunità politica, accompagnando il tutto con un culto della personalità degno della Corea del Nord con video autoindulgenti su “cosa fa il presidente nel privato” tra tende svolazzanti e sfondi finti».
UNA RAPPRESENTANZA «NUOVA, CONCRETA E OPERATIVA» – Secondo Canu «ci sono molti che non ne possono più dentro lo Sna e credo anche dentro Anapa. E fuori c’è un universo di colleghi non iscritti ad alcun sindacato che hanno comunque bisogno di una rappresentanza che non sia tutta “chiacchiere e distintivo”. Una rappresentanza nuova, concreta, operativa; che sappia risolvere i problemi quotidiani e sappia però anche guardare alla globalità delle sfide che già sono davanti alla nostra professione. Che sappia farsi riconoscere come autorevole dalla controparte e che, anziché scappare dai tavoli e vantarsi di non aver firmato niente, abbia la forza contrattuale di firmare accordi che siano i migliori possibili dati i tempi e il contesto».
Chissà che la nascita di questa nuova forza sindacale, conclude Canu, «non abbia un doppio effetto positivo: da un lato raggiungendo i suoi obiettivi grazie alle caratteristiche di cui ho parlato in precedenza lavorando al meglio per i colleghi, dall’altro stimolando e facendo uscire il più rappresentativo sindacato nazionale degli agenti dalla sua bolla artificiale di selfie con politici a caccia di voti, articoli velenosi e diffamatori che non legge nessuno e proclami inconcludenti mai seguiti dai fatti».
Fabio Sgroi
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