giovedì 18 Settembre 2025

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CANU E MUSTO: «L’ULTIMA SENTENZA SNA NEI NOSTRI CONFRONTI? HA MOTIVAZIONI PIU’ GRAVI E INGIURIOSE DI QUELLA DI PRIMO GRADO…»

Nonostante la commissione di deontologia professionale dello Sna abbia “cancellato” l’espulsione decretata dal collegio dei probiviri, commutandola in una sospensione di 10 mesi, i due presidenti di Gaag e Unat hanno evidenziato la loro insoddisfazione, convinti di aver operato per il bene dei colleghi….

Da sinistra, in primo piano, Antonio Canu e Mariagrazia Musto

Dall’espulsione dallo Sna (comminata dal collegio dei probiviri) alla sospensione di 10 mesi (commissione nazionale di deontologia professionale). In secondo (e definitivo) grado è cambiata così la sanzione inflitta dagli organi giudicanti dello Sna ad Antonio Canu e Mariagrazia Musto, rispettivamente presidenti di Gaag (Gruppo aziendale agenti generali Lloyd Italico) e Unat (Unat Gruppo agenti – Generali Italia).

Sbaglia, però, chi pensa che i due abbiano fatto salti di gioia. Anzi, come ha riportato Tuttointermediari.it ieri, i vertici dei due gruppi agenti da loro guidati hanno deliberato l’uscita dal sindacato di via Lanzone. La delusione rimane, secondo quanto si legge nella comunicazione che Canu e Musto hanno inviato ai propri iscritti.

«A leggerla così sembrerebbe un enorme successo giudiziario e politico considerando che i probiviri avevano decretato la nostra espulsione a vita dallo Sna. Sarebbe come, facendo un paragone con la giustizia ordinaria, che un imputato condannato in primo grado al carcere a vita, all’ergastolo, in secondo grado ottenesse una pena di soli dieci mesi», hanno commentato Canu e Musto. «In realtà dietro questo successo, dietro questa vittoria giudiziaria e politica, si cela un dispositivo della sentenza che ha motivazioni sotto molti aspetti ancor più gravi e ingiuriose di quelle della sentenza di primo grado. In essa vengono infatti ignorati tutti i rilievi fatti nei nostri dettagliatissimi ed articolati ricorsi, si ribadiscono errori interpretativi del nostro Accordo Dati nonostante le spiegazioni da noi fornite, si interpreta artatamente la nostra disponibilità al dialogo ed al confronto come un atto di contrizione, come una genuflessione davanti all’attuale dirigenza sindacale pro tempore, come una dichiarazione di colpevolezza ed un impegno ad un futuro comportamento più corretto. Niente di più lontano da quanto da noi scritto nero su bianco nel nostro ricorso, da quanto ribadito davanti alla commissione e precedentemente in tutte le sedi sindacali. E cioè la nostra più ferma convinzione di aver ottenuto il meglio per i colleghi associati, di non aver in alcun modo danneggiato la categoria – anzi di aver aperto una strada per migliori Accordi anche per altri gruppi agenti – e di averlo fatto, soprattutto, rispettando la disciplina sindacale e le indicazioni specifiche dello Sna in materia di Accordi Dati aspettandoci l’archiviazione senza seguito della nostra posizione».

La sede del Sindacato nazionale agenti a Milano

E ancora: «Certo che se il sindacato continua a ribadire, come viene scritto anche in questa seconda sentenza, che il nostro Accordo non prevede la titolarità autonoma dei dati da parte degli agenti nonostante questa sia presente nel nostro Accordo fin dalle “definizioni” e dalle “premesse” e poi ribadita in più articoli, cosa che abbiamo ben evidenziato citando testualmente oltre al numero degli articoli anche gli estratti dagli stessi che la riportavano, delle due l’una: o non si è capaci di leggere e capire la lingua italiana o si è in malafede. E questa è solo una delle numerose letture errate degli articoli dell’Accordo che anche questa sentenza, ignorando le nostre spiegazioni ed il testo stesso del nostro Accordo, si ostina a ribadire contro ogni evidenza».

Canu e Musto hanno, inoltre, sottolineato come lo Sna continui a ignorare il fatto che entrambi «hanno firmato l’Accordo dati sulla base di quanto disposto dalle rispettive delibere e mozioni assembleari votate all’unanimità da tutti gli agenti iscritti ai due gruppi riuniti nelle rispettive assemblee e su precisa disposizione imperativa delle delibere degli organismi esecutivi dei due gruppi».

Ecco perché gli organismi dirigenti del Gaag e dell’Unat hanno deliberato di «non rinnovare l’iscrizione dei due gruppi al Sindacato nazionale agenti ritenendo che la sospensione e le ribadite accuse contenute nella sentenza siano indirizzate agli interi gruppi agenti e non solo ai loro presidenti che hanno agito su loro mandato».

Fabio Sgroi

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