Si tratta di due situazioni che possono portare a commettere errori con ripercussioni sul piano civilistico e reputazionale. Ne ha parlato Michele Tavazzi dello studio legale Tavazzi.

Le campagne di riforma e le sostituzioni delle polizze possono portare gli intermediari assicurativi a commettere errori con ripercussioni sul piano civilistico e reputazionale. Ne ha parlato l’avvocato Michele Tavazzi, dello studio legale Tavazzi, nel corso di un recente evento organizzato dal Cesia (Centro studi intermediazione assicurativa), che ha sottolineato come il problema più rilevante riguardi le coperture difformi, che fanno venire meno talune garanzie della polizza precedente.
Per Tavazzi siamo di fronte a un paradosso, perché «può essere che l’ipotesi di una campagna di riforma che introduce sul mercato un prodotto nuovo porti a immaginare che questo sia maggiormente performante, più idoneo ad affrontare quelle che sono le esigenze di un rinnovato mercato, motivo per cui la polizza nuova è sicuramente migliore di quella precedente. È una insidia da scongiurare perché la polizza nuova sarà sicuramente maggiormente performante e via dicendo, ma con ogni probabilità avrà un lenzuolo un po’ corto, lascerà cioè delle aree grigie di scopertura rispetto a quella che era la precedente polizza. E quando succede il sinistro capita “ovviamente” nelle aree che sono rimaste scoperte. Motivo per cui l’assicurato si presenterà dall’intermediario lamentando una inadempienza perché con la polizza nuova si è trovato di fronte a un diniego di indennizzo o a un indennizzo inferiore rispetto a quello che avrebbe potuto ottenere con la precedente polizza».
Lo stesso ragionamento vale nel caso di sostituzione della polizza. In questo caso il rischio da evitare «è proporre una polizza con minori garanzie di quella sostituita, di cui magari non si conosce a fondo il contenuto».
Quali sono, quindi, le soluzioni che si potrebbero adottare per prevenire il rischio? «La prima», ha affermato Tavazzi, «è nella triade formazione, aggiornamento e consiglio professionale che, attraverso l’acquisizione di informazioni, porta a individuare il prodotto assicurativo più idoneo a soddisfare le esigenze del cliente. È poi essenziale la conoscenza del prodotto assicurativo che, nelle campagne di riforma, dovrebbe prevedere una puntuale informativa dell’assicuratore sul contenuto della nuova polizza, in particolare sugli aspetti che possono portare minori garanzie».
Per Tavazzi sarebbe «estremamente importante» che la mandante «diramasse delle circolari esplicative volte a chiarire tutte le caratteristiche del prodotto con particolare sensibilità e attenzione proprio a quell’area grigia di scoperture possibili che possono rimanere rispetto al prodotto assicurativo che si va a sostituire».
L’altra soluzione per difendersi è sicuramente la tracciabilità delle informazioni ricevute dal cliente e rese all’intermediario, delle richieste e delle proposte. «L’intermediario, posto di fronte a una ipotesi di contestazione e di responsabilità può ricorrere alla tracciabilità che, a mio avviso, dovrebbe essere comunque sempre considerata con straordinaria attenzione, così come una particolare attenzione, infine, deve essere posta alla registrazione delle conversazioni, spesso foriere di danno reputazionale anche senza implicazioni civilistiche», ha concluso Tavazzi.
Fabio Sgroi
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