Quasi due terzi hanno coinvolto gli agenti. E le pronunce dei giudici francesi hanno dato ragione a…
Dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2021 sono pervenute a Cgpa (compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari) un centinaio di denunce di sinistro per business interruption originati dal Covid-19: quasi due terzi hanno coinvolto gli agenti. Secondo quanto reso noto dalla compagnia, in Francia il contenzioso, inizialmente avviato contro le compagnie, è stato successivamente esteso agli intermediari assicurativi.
Nel 50% dei casi, la richiesta di risarcimento è pervenuta dai ristoratori (circa 15% da albergatori). All’inizio del 2021, circa un terzo delle controversie è stato risolto per via giudiziale e due terzi per via stragiudiziale; a giugno scorso, la ripartizione era in equilibrio.
Rispetto a quanto accaduto in altri Paesi, Cgpa ha gestito in Francia un contenzioso definito dalla compagnia «numericamente rilevante e articolato, incentrato sulla natura della clausola che garantisce (o meno) le perdite di reddito e sulle relative disposizioni del Codice delle assicurazioni, secondo il quale la clausola d’esclusione deve essere formalizzata e adeguatamente circoscritta».
In circa un quarto dei sinistri denunciati, le richieste di indennizzo sono state formulate solo nei confronti della compagnia assicurativa. Questo, fa presente Cgpa, «non toglie che, sia quando la clausola di esclusione è chiara e non richiede spiegazioni, sia quando non lo è e richiede un’interpretazione, sugli intermediari incombe l’obbligo di informazione o di mettere in guardia il cliente». Le pronunce dei giudici francesi sono state tuttavia «favorevoli agli intermediari assicurativi (100% dei contenziosi vinti) e tendenzialmente sfavorevoli alle compagnie (quasi l’80% di giudizi sfavorevoli)». (fs)
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