venerdì 17 Ottobre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

BUSINESS INTERRUPTION, ATTACCHI CYBER E CATASTROFI NATURALI: L’IMPEGNO DEL SETTORE ASSICURATIVO SUI NUOVI RISCHI

L’Ania e le compagnie si stanno attivando per far crescere la diffusione delle coperture tradizionali e non, con iniziative di sensibilizzazione ed educazione al rischio di cittadini e Pmi, e dialogando col legislatore, il regolatore e le associazioni industriali «per la promozione di un framework allineato alle migliori pratiche internazionali».

La sede dell’Ania a Roma

Non solo un contributo in ambito investimenti. Il settore assicurativo, a sostegno della ripartenza del Paese, si impegnerà anche nell’intervento a supporto della protezione di aziende e famiglie per facilitare il loro sviluppo. È quanto ha sostenuto Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania.

«Un elemento chiave per poter tornare a crescere è infatti stimolare le imprese a investire per aumentare la propria competitività e intraprendere nuovi progetti», ha affermato. «Un’offerta di protezione completa, innovativa da parte del settore assicurativo copre oggi tutte le diverse categorie di rischi. Nell’ambito dei rischi tradizionali, nonostante un aumento della diffusione delle coperture assicurative negli ultimi anni, l’Italia rimane poco protetta rispetto agli altri Paesi europei, specialmente nel comparto della salute e della casa per le famiglie e per il complesso delle coperture per le Pmi».

Per il numero uno dell’Ania è poi necessario affrontare la protezione dai nuovi rischi emergenti, come quelli legati alla business interruption o agli attacchi cyber. «Le nostre imprese hanno sviluppato nuovi prodotti e creato unità operative dedicate, ma solo il 3% delle Pmi Italiane risulta assicurato per la business interruption e anche i nuovi rischi cyber sono ampiamente sottovalutati e sottoassicurati».

L’Ania e le compagnie, in questo senso, si stanno impegnando per far crescere la diffusione delle coperture tradizionali e non, con iniziative di sensibilizzazione ed educazione al rischio di cittadini e Pmi, e dialogando col legislatore, il regolatore e le associazioni industriali «per la promozione di un framework allineato alle migliori pratiche internazionali».

Maria Bianca Farina

C’è poi tutta la questione riguardante i rischi derivanti da catastrofi naturali. Nonostante l’Italia sia tra i Paesi europei maggiormente esposti, le coperture dei danni catastrofali e i servizi connessi sono ancora poco diffusi. «La ridotta sensibilità è favorita dalla percezione che lo Stato sia tenuto a intervenire per risarcire i danni causati», ha osservato Farina. «Negli ultimi 50 anni, infatti, lo Stato ha previsto stanziamenti di 150 miliardi per le ricostruzioni post-sisma e di 160 miliardi per altri eventi naturali, coperti prevalentemente tramite la fiscalità generale, ma con tempi di ricostruzione solitamente lunghi e con rimborsi spesso parziali rispetto agli effettivi danni. Per una soluzione efficace ex ante a protezione di questi grandi rischi sono necessarie, come dimostra l’esperienza della quasi totalità dei Paesi sviluppati del mondo, forme di partnership pubblico-privato, realizzabili in Italia, per esempio, con l’introduzione di importanti incentivi o con la partecipazione pubblica parziale ai rischi, a fronte dell’obbligatorietà della copertura».

Per Farina questo sarebbe «il modo più rapido ed efficace per garantire una ampia partecipazione al sistema di assicurazione, condizione necessaria per offrire prezzi contenuti su tutto il territorio nazionale, certezza e rapidità dei rimborsi, un sistema equo di ripartizione dei costi, finanziato non solo dalla fiscalità generale».

Fabio Sgroi

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