Il presidente Claudio Demozzi ribadisce, «ancora una volta, la necessità di affrontare, su base aziendale, la questione remunerativa».
Il Sindacato nazionale agenti ribadisce, «ancora una volta, la necessità di affrontare, su base aziendale, la questione remunerativa, espressa attraverso la rivendicazione di un aumento generalizzato delle aliquote provvigionali di mandato». Claudio Demozzi, presidente dello Sna, non perde occasione per sollevare questo aspetto. Lo ha fatto anche nell’ultimo Comitato Centrale di qualche settimana fa.
Relativamente all’incidenza della raccolta danni 2020 in Italia sul Prodotto interno lordo, Demozzi ha osservato come i sistemi incentivanti offerti dalle compagnie agli agenti siano «evidentemente inefficaci, se non addirittura frustranti delle nostre reali potenzialità di crescita. Senza trascurare l’inadeguatezza delle tabelle provvigionali, che non solo non sono cresciute, negli anni, in misura almeno proporzionale al generalizzato aumento dei costi gestionali, amministrativi e del personale dipendente ma, per volere delle più grandi compagnie, sono state gradualmente ridotte fino a oltrepassare la soglia minima di sopravvivenza per un numero sempre maggiore di agenzie».
Il presidente dello Sna ha poi ricordato come sia «risaputo che ai canali distributivi “alternativi”, o “non-tradizionali”, le compagnie concedano trattamenti provvigionali ben al di sopra di quelli che troviamo abitualmente allegati ai nostri contratti agenziali».
I margini sulla Rc auto, sempre secondo lo Sna, nel caso dei principali comparatori/brokers on line «raggiungono facilmente il 15%-20%. E cosa dire delle provvigioni, che in alcuni casi la stessa Ivass ha definito eccessive, riconosciute alle banche?».
Fabio Sgroi
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