L’istruttoria annunciata dall’Antitrust trae spunto da alcune dichiarazioni rilasciate pubblicamente dai due top manager.
L’avvio di una istruttoria da parte dell’Antitrust nei confronti di Unipol Gruppo Finanziario spa, UnipolSai Assicurazioni spa, Compagnia Assicuratrice Linear spa, Allianz spa, Genialloyd spa, Assicurazioni Generali spa, Generali Italia spa, Genertel spa, Axa Assicurazioni spa, Società Cattolica di Assicurazione – Società Cooperativa, Fata Assicurazioni Danni spa e Tua Assicurazioni «per una possibile intesa restrittiva della concorrenza in violazione dell’articolo 101 del Tfue», è scattato in seguito ad «alcune recenti dichiarazioni pubbliche del Gruppo Generali e del Gruppo Unipol, riferite al complesso del mercato, in merito all’eliminazione delle dinamiche competitive sul prezzo delle polizze Rc auto e alle rispettive strategie di prezzo sui propri aumenti dei premi». Dichiarazioni che, secondo l’Antitrust, «potrebbero far venire meno l’incertezza sulla strategia futura di prezzo delle polizze auto e alimentare l’aspettativa che a eventuali aumenti, essendo generalizzati tra i principali player, non segua il rischio di perdere clienti, ossia potrebbero essere manifestazione di un’intesa restrittiva della concorrenza tra i principali operatori circa una possibile fine della “guerra dei prezzi”». Ma cosa hanno detto, in particolare Alberto Minali (Generali) e Carlo Cimbri (Unipol)?
LE FRASI FINITE NEL MIRINO DELL’ANTITRUST – L’antitrust fa riferimento ad alcuni articoli di stampa, il primo dei quali risale al 7 novembre scorso. Si tratta delle dichiarazioni di Carlo Cimbri (foto sotto a destra), amministratore delegato e direttore generale di Unipol Gruppo Finanziario spa, nonché presidente di UnipolSai spa, riportate da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus in merito alla previsione che, in Italia, dopo «una fase di lunga discesa dei prezzi», i premi Rc auto aumenteranno. La frase di Cimbri finita sotto la lente dell’Antitrust è questa: «Nell’auto veniamo da una fase di lunga discesa dei prezzi, con un calo più che proporzionale rispetto al fabbisogno tecnico. Il mercato oggi vende in perdita perché le compagnie sulla gestione corrente cominciano a perdere. Secondo me siamo vicini a un combined ratio del 100%».
Tre giorni dopo, altra dichiarazione. È quella del direttore generale di Assicurazioni Generali spa, Alberto Minali (foto sotto), in risposta alle precedenti dichiarazioni di Cimbri, dove si rileva che in Italia si è assistito a una «fortissima competizione dei prezzi non innescata da Generali che si sta attenuando o addirittura fermando»; anche in questo caso l’Antitrust cita un articolo de Il Sole 24 Ore Radiocor Plus: Il gruppo Generali ha «una redditività ancora positiva sul combined ratio del business auto in Italia». Lo ha indicato il dg e cfo di Generali, Alberto Minali, durante una conference call con le agenzie stampa, interpellato in proposito dopo che nei giorni scorsi, all’Annual Assicurazioni del Sole 24 Ore, il ceo di Unipol Carlo Cimbri ha detto che nel mercato italiano sul piano della gestione corrente il combined ratio nell’Rc Auto ha superato probabilmente il 100% e quindi vende in perdita. Minali ha d’altro canto rilevato che in Italia si è assistito a «una fortissima competizione dei prezzi, non innescata da Generali. Ci pare di capire dall’andamento degli ultimi mesi che si sta attenuando o addirittura fermando». Questa è «una buona notizia per la redditività complessiva del business auto in Italia e anche per noi», ha concluso il dg.
Nello stesso giorno, ancora l’agenzia stampa del Sole 24 Ore e ancora sulle dichiarazioni di Minali: Le Generali vedono un aumento delle tariffe della Rc auto. Lo ha detto il dg e cfo di Generali, Alberto Minali durante la conference call con gli analisti sui conti. «La redditività complessiva del comparto auto è calata. Noi abbiamo margini leggermente positivi. Prevediamo qualche movimento al rialzo dei prezzi soprattutto in Italia, dove pensiamo che la guerra dei prezzi stia per finire o forse è già finita», ha detto Minali, rilevando che negli ultimi mesi si sono avute indicazioni in tal senso anche da gruppi che erano stati molto aggressivi nella concorrenza. Con la fine della guerra dei prezzi, ci sarà quindi «un miglioramento nella redditività dell’Rc auto». In Italia – ha poi precisato il cfo – il gruppo ha già registrato un’accelerazione nei premi auto nei nove mesi, legato principalmente al fatto che la compagnia ha già iniziato ad aumentare i premi auto.
Infine un articolo pubblicato lo scorso 29 novembre dall’agenzia AdnKronos: «Unipol sta sul mercato e si comporta secondo le logiche del mercato. Sicuramente Unipol non fa beneficenza». Ad affermarlo, a margine di un convegno sulla White Economy, è l’ad di Unipol, Carlo Cimbri commentando l’andamento del settore assicurativo e del rc auto. «Il settore, dopo il calo dei prezzi degli scorsi anni, dai dati che stiamo osservando va verso una perdita tecnica. I premi non coprono i costi dei sinistri», osserva Cimbri. «Tutte le cose che vanno nella direzione della riduzione dei costi, l’introduzione delle tecnologie applicate alle polizze, come le scatole nere, vanno nella direzione giusta», aggiunge l’ad di Unipol”. Dichiarazioni peraltro pubblicate anche sui siti web del quotidiano Milano Finanza e del quotidiano di settore Assinews.
LE CONSIDERAZIONI DELL’ANTITRUST – L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha considerato che Generali e Unipol sono tra i principali gruppi assicurativi del mercato italiano delle polizze Rc auto e dunque queste dichiarazioni costituiscono «annunci pubblici, riferiti al complesso del mercato, in merito all’eliminazione delle dinamiche competitive sul prezzo delle polizze Rc auto, nonché sulle specifiche strategie di prezzo dei gruppi assicurativi Unipol e Generali sui propri aumenti dei premi di queste polizze».
Antitrust ha quindi ritenuto che queste dichiarazioni «possano far venire meno l’incertezza sulla strategia futura di prezzo delle polizze auto e alimentare l’aspettativa che a eventuali aumenti, essendo generalizzati tra i principali player, non segua il rischio di perdere clienti, ossia possano essere manifestazione di un’intesa restrittiva della concorrenza, tra i principali operatori circa una possibile fine della “guerra dei prezzi”, così come i dati più recenti sembrerebbero confermare». Ergo: «gli annunci pubblici sulle strategie di prezzo degli operatori, quali sono le dichiarazioni sopra richiamate, potrebbero essere manifestazione di un’intesa fra le principali imprese assicurative, nella forma di accordi o pratiche concordate, aventi per oggetto e/o per effetto di falsare la concorrenza sui mercati relativi alle polizze Rc auto e alle garanzie associate».
Fabio Sgroi
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