domenica 26 Ottobre 2025

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ASSICURAZIONI: AUMENTA L’INDICE DI SOLVIBILITA’ MEDIO DELLE COMPAGNIE

L’ultimo rapporto sulla stabilità finanziaria a cura della Banca d’Italia mostra, fra l’altro, una riduzione della redditività, ma anche un livello «adeguato» della liquidità degli attivi.

Nella seconda metà del 2020, l’indice di solvibilità medio delle compagnie assicurative è salito al 243%, superando il livello di fine 2019 (235%). Il miglioramento, in particolare, deriva dall’incremento di valore degli attivi dovuto alla ripresa del corso dei titoli e dal contenimento della distribuzione dei dividendi conseguente alle raccomandazioni dell’Ivass di adottare politiche prudenti in materia. È quanto evidenzia il primo rapporto del 2021 sulla stabilità finanziaria a cura della Banca d’Italia.

Alla fine del 2020 la redditività era circa il 12%, in leggera diminuzione rispetto al 2019. Il Roe nel settore vita era l’11%, in calo di oltre 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente; la minore redditività è stata principalmente causata dalla flessione della raccolta premi, solo in parte controbilanciata dalle riprese di valore degli attivi. La riduzione del rapporto tra oneri e spese di gestione e premi di competenza, dovuta anche agli effetti delle misure restrittive conseguenti all’emergenza sanitaria, si è riflessa positivamente sul Roe del settore danni (pari al 12%) in aumento di 3 punti percentuali rispetto alla fine del 2019; sempre secondo quanto si legge nel rapporto, gli oneri per i sinistri non hanno risentito dell’amplificazione dei rischi determinata dalla pandemia, data la limitata diffusione in Italia di contratti che forniscono queste coperture assicurative (in particolare i contratti che risarciscono i contraneti per le perdite generate da interruzione dell’attività di impresa).

A dicembre del 2020 gli investimenti con rischi di mercato a carico delle compagnie italiane erano aumentati del 7% rispetto a giugno dello stesso anno, arrivando a 834 miliardi di euro, con portafogli concentrati soprattutto in titoli pubblici, in misura largamente superiore alla media europea (52% del portafoglio, a fronte del 28 a livello europeo). Gli investimenti in obbligazioni private, pari al 20% el portafoglio, erano costituiti in prevalenza da titoli emessi da imprese non finanziarie estere. Il 23% delle esposizioni in obbligazioni private era verso settori particolarmente colpiti dalla pandemia (alloggio e ristorazione, trasporti e magazzinaggio, manifatturiero); per questi investimenti, più esposti agli effetti della crisi, nel secondo semestre del 2020 la quota di esposizioni con rating BBB si è ridotta di 2 punti percentuali (al 47%, dal 49 di giugno 2020) e sono aumentate di un punto percentuale le quote sia dei titoli high yield, sia dei titoli privi di rating; è rimasta stabile quella delle esposizioni con rating A o superiore (38%).

La contrazione dello spread Btp-Bund si è riflessa positivamente sulle plusvalenze latenti nette delle compagnie, che a marzo del 2021 ammontavano a 86 miliardi di euro, in crescita di 15 miliardi di euro rispetto ai valori di fine 2019.

Il grado di liquidabilità degli attivi del settore assicurativo italiano resta, secondo il rapporto, «adeguato»: l’indicatore dato dal rapporto tra gli attivi liquidi e il totale delle attività a dicembre del 2020 era pari al 64%, stabile rispetto a giugno 2020.

Nel comparto vita, il rapporto tra l’onere per riscatti e i premi si è mantenuto su valori storicamente contenuti; a marzo del 2021 è leggermente diminuito nel confronto con l’anno precedente, passando dal 44% al 43%, per effetto di una maggiore crescita della raccolta premi rispetto all’aumento dei riscatti.

Dal monitoraggio sulla posizione di liquidità condotto dall’Ivass, ha fatto presente Banca d’Italia,  non emergono tensioni nelle previsioni delle compagnie italiane sui flussi netti per orizzonti temporali a breve termine.

Le imprese di assicurazione rimangono tuttavia esposte ai rischi derivanti dal perdurare di bassi tassi di interesse. A livello nazionale le compagnie del settore vita hanno reagito riducendo gradualmente le garanzie offerte. Nel 2020 la quota della raccolta dei prodotti vita tradizionali con un rendimento minimo garantito è diminuita di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre è aumentata di 3 punti percentuali quella dei prodotti per i quali il rischio di investimento ricade tutto o in parte sui contraenti. L’incidenza sulle riserve matematiche delle polizze vita con garanzia di rendimento pari o inferiore all’1% è salita al 72%, dal 67% del 2019.

Fabio Sgroi

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