Nel 2013, la percentuale della frequenza dei sinistri si attesta al 5,60% e rappresenta il valore più basso dal 2000. Il costo medio dei sinistri, invece, aumenta del 2,3%, raggiungendo nel caso di danni a persona il 6,5%.
Nel 2013 il numero dei sinistri nel settore auto è diminuito del 7,1%. Il dato è riferito alle sole imprese italiane o extra Ue. Il numero è stato pari a 2.139.311 unità, contro 2.302.570 nel 2012. L’Ania calcola la sinistrosità del ramo Rc auto considerando sia il numero dei sinistri che accadono ogni anno, sia il loro costo medio di risarcimento. Il totale dei sinistri accaduti e denunciati con seguito è dato dalla somma dei sinistri pagati chiusi e liquidati e di quelli riservati (che daranno luogo a un pagamento nel futuro), ma non include la stima dei sinistri che, benché accaduti nel 2013, saranno denunciati negli anni successivi a quello di accadimento (i cosiddetti sinistri Ibnr).
FREQUENZA SINISTRI – Per quanto riguarda la frequenza dei sinistri riferiti al primo caso, i dati parlano di un calo dal 5,87% del 2012 al 5,60% del 2013, e rappresenta il valore più basso dal 2000, quando la percentuale della frequenza sinistri era al 9,82%. Tuttavia la diminuzione registrata (pari a -4,7%) è stata di intensità inferiore a quella rilevata nei due anni precedenti (-10,1% nel 2012 e -11,3% nel 2011). Se si analizza il secondo caso, includendo i sinistri che, pur accaduti, devono ancora essere denunciati, il contributo al Fondo Garanzia Vittime della Strada e le altre partite residuali, la frequenza sinistri è passa dal 6,48% nel 2012 al 6,19% nel 2013 (-4,5%).
Quali fattori hanno contribuito alla diminuzione della frequenza sinistri negli ultimi anni? È un fenomeno di natura congiunturale o strutturale? Per dare una risposta a queste domande, l’Ania ha condotto un’analisi per cercare di individuare un modello statistico che esprimesse una relazione funzionale tra alcuni fattori di natura economica come, per esempio, le condizioni economiche delle famiglie, il consumo di carburante, l’utilizzo dei mezzi di trasporto (cosiddette variabili indipendenti) e la frequenza sinistri (variabile dipendente).
I dati di partenza sono state le osservazioni trimestrali della frequenza sinistri per gli ultimi sei anni (dal primo trimestre 2008 al primo trimestre 2014). Ebbene, per ogni singolo trimestre i fattori considerati, quali variabili indipendenti, sono stati il consumo del carburante (per effetto della crisi economica è diminuito), il prezzo del carburante espresso in euro (l’aumento ha ridotto l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati), l’utilizzo di mezzi alternativi (al proprio veicolo) per recarsi al lavoro (riduzione del traffico e, quindi, sull’incidentalità stradale).
COSTO MEDIO DEI SINISTRI – L’Ania calcola il costo medio dei sinistri dal rapporto tra il costo totale dei sinistri (pagati e riservati) e il numero degli stessi. Questo indicatore tiene conto, quindi, sia dei pagamenti già effettuati a titolo definitivo e a titolo parziale, sia dei risarcimenti che le compagnie prevedono di effettuare in futuro per i sinistri accaduti e denunciati nell’anno, ma non ancora definiti. Nel 2013, il costo medio dei sinistri è stato pari a 4.597 euro (era pari a 4.495 euro nel 2012), in aumento del 2,3%. In particolare il costo medio dei sinistri con soli danni a cose è passato da 1.899 euro a 1.908 euro nel 2013, mentre quello con danni a persona è aumentato del 6,5%, arrivando a 15.766 euro (era 14.804 nel 2012).
Se nel calcolo si includono i sinistri che, pur accaduti, devono ancora essere denunciati (importi a riserva Ibnr), il contributo al Fondo Garanzia Vittime della Strada e le altre partite residuali, il costo medio dei sinistri di competenza è pari a 4.875 euro (+2,3%).
Fabio Sgroi
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