lunedì 20 Ottobre 2025

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ASAP: OBIETTIVI, PROGRAMMI, RAPPORTI CON GENERALI, SINDACATI E ALTRI GAA. PARLANO MUSTO E CANU

L’Associazione agenti professionisti (nata dalla fusione fra Unat e Gaag) sta muovendo i primi passi, dopo il primo congresso di Ibiza. Tuttointermediari.it, in questa intervista doppia alla presidente e al vice, approfondisce vari aspetti.  

 

Antonio Canu e Mariagrazia Musto

La nuova avventura è appena cominciata per Asap, acronimo di Associazione agenti professionisti. Anche se la costituzione notarile è datata 19 marzo 2024, per tutti gli iscritti la data di nascita ufficiale e riconosciuta è il 9 maggio 2024 quando, in quel di Ibiza, è stato celebrato il primo congresso della nuova rappresentanza che nasce dalla fusione di Unat – Gruppo agenti Generali Italia e Gaag – Gruppo aziendale agenti Lloyd Italico. Una rappresentanza che oggi conta su 310 agenti iscritti per un totale di 202 agenzie.

Quali sono gli obiettivi del nuovo gruppo agenti? Quale spazio può ritagliarsi Asap all’interno della galassia Generali? Tuttointermediari.it ha parlato di questo e di altro con la presidente Mariagrazia Musto e con il vice presidente Antonio Canu.

Domanda. Con quale obiettivo nasce Asap?

Canu. I nostri due gruppi agenti, Gaag e Unat, erano molto solidi e con una lunghissima storia alle spalle, molto rappresentativi della forte unità degli associati e molto rispettati e ascoltati in compagnia. Dunque, non è stata la ricerca di un maggiore accreditamento che ci ha spinto a unificarci. Piuttosto la consapevolezza della crescente complessità nella professione e nelle relazioni che inevitabilmente si riverbera anche nella mutata connotazione della attività di rappresentanza, assistenza e difesa dei colleghi. Ciò che ci ha spinto è stata, insomma, l’ostinazione a voler guardare avanti, rischiando anche con un po’ di audacia e coraggio anziché sonnecchiare nel consolidato e soddisfacente presente, consapevoli dell’importanza di mettere a fattor comune le differenti capacità e conoscenze dei nostri associati (pur in una sostanziale similitudine nell’approccio alla professione e nelle dimensioni e composizioni dei portafogli) con l’obiettivo di lavorare a progetti di crescita e di sviluppo delle nostre agenzie con maggiore aggressività, ma senza perdere un’oncia dello stile originale con cui interpretiamo l’attività di agente di assicurazioni. Poi ovviamente l’essere diventati più grandi e più forti dando vita al più rappresentativo dei gruppi agenti del modello “agenzie professionali” di Generali Italia non ci dispiace affatto.

D. Perché avete scelto questa denominazione?

Musto. In realtà il momento della scelta è stato caratterizzato da una infinità di proposte e da mille cambi di idea. Un’attività molto seria, ma leggera e divertente insieme. Poi ha prevalso la volontà di caratterizzare il gruppo con un nome che richiamasse il nostro “modello distributivo” all’interno di Generali Italia e cioè quello dell’Agenzia Professionale, come definita nel mandato unico di Generali e da ciò è venuto il nome di Associazione agenti professionisti. Solo a quel punto ci siamo accorti che l’acronimo che ne derivava ricordava quello usato per abbreviare la frase inglese “as soon as possible”, il prima possibile. Che è poi il modo con cui entrambi nell’attività di rappresentanza abbiamo sempre fatto le cose per i colleghi. E dunque ecco Asap.

D. Quali sono i programmi che intendete portare avanti come rappresentanza agenziale?

Canu. Oltre all’ordinaria amministrazione che, ora come sempre ma forse oggi un po’ di più, è in realtà tutt’altro che ordinaria di attività sindacale, di proposta e confronto, talvolta spigoloso e serrato, sui tavoli di product engineering con la compagnia e più in generale di tutela dei colleghi, abbiamo in cantiere vari progetti alcuni dei quali già avviati insieme dai due gruppi nella fase preparatoria all’unificazione. Sono progetti di varia natura e contenuti, il più importante dei quali è quello che, attraverso una formazione mirata e tagliata su misura sul nostro modo di lavorare e di servire al meglio i clienti retail e le tante aziende anche molto importanti che ci hanno scelto nel tempo, potenzi le nostre conoscenze e capacità in materia di recruiting e di gestione delle reti di consulenti specializzati neofiti soprattutto, ma anche con portafogli propri. Sono progetti di crescita e di aggressione del mercato molto articolati che hanno completato le fasi di test coronate da grande successo per un primo panel di agenzie che si sono offerte volontarie. Sono agenzie piccole, medie e grandi che i nostri associati gestiscono ricevendo anche grazie al nostro progetto, ciascuna, gli strumenti che servono tagliati su misura. Ora è già partita una second wave e piano piano il progetto verrà esteso a tutte le agenzie Asap. Fondamentale in questa progettazione è stato il contributo della compagnia, che ci ha seguito su questa strada integrando e migliorando le nostre proposte, dimostrando di credere molto nella figura dell’agente professionista che rappresentiamo e dimostrando con atti concreti la consapevolezza che la sua diversità rispetto ai modelli consolidati in Generali è un valore aggiunto da preservare e rafforzare senza snaturarlo.

D. Quali ricordi vi porterete dietro in merito alle vostre esperienze di presidenti di Unat e Gaag?

Musto. Quello che conta nella vita sono le emozioni. Nascono dai ricordi, dalle passioni, dai sentimenti, dalle paure, dalle vittorie e dalle confitte, in famiglia e nella professione. Ricordo, con profonda emozione, quando uscii dall’albergo di Roma che mi vide entrare agente di Agropoli e uscirne presidente di Unat, il susseguirsi di sentimenti diversi: l’orgoglio, la gratificazione, ma anche la paura e il timore di non essere all’altezza del compito che i colleghi mi avevano dato, a me prima donna della nostra storia a essere eletta presidente. Quello che conta è non farsi sopraffare dalle emozioni, ma saperne godere o governarle, cosa che allora, come oggi, ho fatto dando fondo a tutta la mia determinazione che è il tratto distintivo di tutta la mia vita, anche professionale e di rappresentante. Cosa importante è poi saper condividere le proprie emozioni con coloro che ti stanno a fianco, rendendoli partecipi delle scelte e degli obiettivi che ci si è dati, perché il successo di ogni iniziativa risiede nel lavoro di squadra e non solo di vertice, raccogliendo sempre la condivisione di tutti i colleghi che rappresentiamo. In questo senso, i momenti delle emozioni, dell’affetto e dell’amicizia, che ci ha regalato il nostro ultimo congresso Unat rimarrà per sempre nei nostri cuori. Da oggi comincia una nuova storia, che proviene da percorsi diversi seppur simili, ma che nasce sotto buoni auspici posto che anche i colleghi che con noi hanno fondato Asap sono fra di loro legati da profondi sentimenti di stima, affetto e amicizia e questo patrimonio immateriale comune costituisce l’elemento fondante della nuova associazione. Comincia quindi un nuovo importante episodio della nostra vita che affronteremo assieme con la stessa determinazione, per lasciare alle generazioni future una storia di successo.

Canu. Ricordi indelebili di una storia oltre cinquantennale che ho iniziato a vivere fin da ragazzino insieme a mio padre. Potrei citare mille avvenimenti come, per esempio, le dimissioni in bianco firmate da tutti gli associati e consegnatemi a mano a mio sostegno in un momento molto difficile nelle relazioni con la compagnia. Ma avrebbe poco senso. Ciò che conta sono le emozioni. E allora mi porterò dietro la sensazione di aver fatto parte di un gruppo non solo di colleghi, ma di amici legati e affiatati e l’immagine che le racchiude tutte di tutti i colleghi e dei loro volti belli e sinceri, tutti in piedi in lacrime ad applaudire per un tempo interminabile non tanto me, ma la nostra intera storia alla fine del mio intervento al congresso di scioglimento. Le sensazioni che esprimevano non andranno perse “come lacrime nella pioggia”, ma sono già tutte in Asap.

D. Unat e Gaag sono stati sciolti definitivamente oppure “vivono” svolgendo altre funzioni?

Canu. Rimarranno in piedi fino all’ultimazione delle operazioni di liquidazione deliberate dai congressi di scioglimento. Non svolgeranno, quindi, altre funzioni.

D. Quale spazio può ritagliarsi Asap all’interno della galassia Generali?

Musto. Asap si colloca nell’importante spazio che già i due gruppi agenti che l’hanno costituita avevano in Generali. Tra le nostre fila ci sono già iscritti che provengono da altri gruppi agenti e, pur avendo altre cose ben più importanti e impegnative da fare che dedicarci a fare “campagna acquisti”, siamo certi che sarà naturale, vista la nostra crescente forza e importanza e i validissimi progetti in atto riservati ai nostri associati, provocare curiosità e interesse e, chissà, esercitare ancora maggiore attrazione.

D. Cosa significa per voi rappresentare Generali attraverso il “modello professionale”?

Canu. La presenza del modello “Agenzia Professionale” è una nostra conquista fatta durante la trattativa per il mandato unico. Conquista di cui noi rappresentanti ci prendiamo il merito politico, ma il cui vero merito è da un lato dei nostri colleghi che hanno saputo dimostrare di essere, con il loro modo di lavorare, la loro personale e approfondita conoscenza dei clienti e la conseguente capacità di saperne intercettare le esigenze assicurative con un attitudine a disegnare su misura l’offerta soprattutto nei rami danni, un valore aggiunto per la compagnia; e dall’altro della compagnia stessa, che grazie alla mediazione di noi dirigenti dei gruppi agenti, ne ha colto il valore. Oggi, come dicevamo, sta a noi condire il succoso piatto della nostra professionalità e della nostra straordinaria competenza tecnica, della nostra profonda conoscenza dei clienti e del nostro totale orientamento alle loro reali esigenze con la “cattiveria commerciale” che richiede rappresentare la compagnia più importante del mercato italiano.

Mariagrazia Musto e Antonio Canu posano con la direzione di Geenrali, presente a Ibiza

D. Come intendete rapportarvi con la mandante?

Musto. Esattamente come abbiamo fatto finora. Grande spirito collaborativo nel rispetto dei ruoli quando e fino a che analogo atteggiamento riscontriamo nei nostri interlocutori. Ma senza mai dimenticare che siamo i portatori di interesse dei nostri colleghi, delle loro esigenze e delle loro richieste economiche, normative, tecniche e professionali. Non siamo ricattabili, corruttibili e non abbiamo scheletri nell’armadio, il che ci consente di fare sempre e comunque gli interessi dei colleghi. E, sia detto a onor del vero e per rendere merito ai dirigenti di Generali che si sono avvicendati nel tempo, da quando ci confrontiamo con loro tutti molto seri e trasparenti, nessuno dei nostri interlocutori di compagnia ha mai provato non solo a ricattarci o corromperci, ma nemmeno a imbonirci in alcun modo. Il che non vuol dire che non ci siano stati, non ci siano oggi e non ci saranno in futuro momenti di forte contrasto, di tensione e di contrapposizione quando gli interessi della compagnia si pongono o si dovessero porre in contrasto con quelli degli agenti che rappresentiamo. Con la consapevolezza, però, che la contrapposizione non è mai un valore in sé, ma nella migliore delle ipotesi un male necessario e che la via maestra per portare valore ai nostri associati è il confronto schietto e leale al fine di raggiungere in ogni trattativa il miglior accordo possibile dato il contesto nell’interesse esclusivo dei nostri colleghi.

D. Quale atteggiamento ha intenzione di assumere Asap di fronte agli altri gruppi agenti di Generali?

Canu. Con gli amici di Anagina confederati con noi in Confagi, seppure per certi versi e visti gli straordinari risultati raggiunti la Confederazione abbia parzialmente esaurito il suo compito, continua e continuerà una stretta collaborazione. Oltre al nostro forte legame personale e politico con il presidente di Anagina Davide Nicolao, la collaborazione anche in questi giorni ha trovato nuova linfa e comunione di intenti e di modalità di azione tra i nostri incaricati nelle commissioni su alcuni tavoli tecnici, mentre prosegue, a livello più alto il comune lavoro con i vertici di compagnia sul fondo di garanzia e su altre importanti trattative. Con gli altri gruppi agenti, con i quali il legame e la condivisone di contenuti e modalità di relazione sono decisamente meno presenti quando non assenti, è sempre viva la nostra disponibilità al confronto e al dialogo che ci piacerebbe anche, se si creassero le condizioni, rafforzare.

D. Come si porrà il nuovo soggetto di fronte ai sindacati di categoria? A quale sindacato aderirà?

Musto. Su questo argomento, in maniera molto neutrale, siamo laici. Io e Antonio (Canu, ndr), come presidenti di Gaag e Unat, siamo stati espulsi a vita dallo Sna con una vergognosa sentenza politica, viziata anche a nostro parere da illegittimità formale per violazione statutaria circa il diritto a ricoprire il suo ruolo del presidente del collegio giudicante dei probiviri. Ma come ci siamo abituati a vedere lo statuto sempre invocato in Sna come un testo sacro tanto da essere, seppur vecchissimo e inattuale, considerato non riformabile dagli attuali dirigenti del sindacato, viene piegato alla volontà di chi comanda anziché essere garanzia per tutti e in particolare per tutti gli associati. Nonostante quella sentenza sia stata clamorosamente smentita dallo stesso organo interno dello Sna che celebrò il secondo grado di giudizio con una sentenza che commutò l’espulsione a vita in semplice sospensione per dieci mesi (passare dall’ergastolo del primo grado di giudizio ai soli dieci mesi di sospensione della sentenza definitiva qualche dubbio a qualcuno in un sindacato normale lo avrebbe fatto venire, ma tant’è) e nonostante i dieci mesi siano trascorsi da tempo noi non ci siamo riscritti allo Sna e, per ora, non siamo intenzionati a farlo. Sindacalmente, insomma, attendiamo seduti sulla sponda del fiume convinti che, e lo pensiamo anche di noi stessi, i presidenti prima o poi passano. E, se non fanno troppi danni le istituzioni, anche sindacali restano.

D. Quale è il messaggio che rivolgete agli iscritti ad Asap in questo momento?

Musto. Quello che abbiamo sempre rivolto a tutti i nostri colleghi e che è stato anche il leitmotiv del nostro esaltante congresso fondativo di Ibiza che rimarrà nella storia: “Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sé genio, potere e magia.” Goethe. E noi abbiamo iniziato! Perché il futuro non è scritto e lo scriveremo noi.

Fabio Sgroi

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