mercoledì 15 Ottobre 2025

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APERTURA DI NUOVE AGENZIE: TUTTI I DUBBI DELL’UNIONE AGENTI AXA SULLA POLITICA ADOTTATA DALLA MANDANTE

Alessandro Lazzaro, presidente della rappresentanza agenziale: «È ormai evidente che questo progetto stia generando un insieme di problemi che non possono più essere sottaciuti».

 

Alessandro Lazzaro

All’ultima assemblea elettiva dell’Unione Agenti Axa (Uaa), il presidente Alessandro Lazzaro ha dedicato un passaggio della sua relazione alla politica adottata dalla compagnia relativa all’apertura di nuove agenzie. E il numero uno della rappresentanza agenziale non ha nascosto le sue perplessità.

«La continua apertura di agenzie da parte di Axa, circa 40 ogni anno, oltre a modificare strutturalmente la fisionomia della compagine agenziale, continua a generare un insieme di problemi che solo una lettura miope non coglie attentamente», ha esordito Lazzaro. «È ormai evidente che questo progetto ha più di un aspetto che non può più essere sottaciuto».

Uno di questi, secondo l’agente operativo a Palermo, è «il corretto equilibrio» sul territorio. «In più di un caso abbiamo visto sovrapporsi aperture di agenzie nella stessa strada o al massimo a una distanza di 500 metri, per non parlare dei mancati controlli in sede pre e post assuntiva che creano evidenti difficoltà operative fra i colleghi. Vorremmo sapere come si coniuga questa politica distributiva che punta ad acquisire qualsiasi cosa dal mercato, mirando agli agenti plurimandatari, con la politica di processo e customer che invece è incentrata sulla relazione esclusiva fra l’impresa e l’intermediario. Qualcuno», ha proseguito Lazzaro, «si è mai chiesto perché, a parte sparuti casi di successo, la maggior parte di questi colleghi (il riferimento è agli agenti reclutati, ndr) non riesce o non vuole avere Axa come partner preferenziale e mediamente dopo un anno questi progetti naufragano?».

Il presidente dell’Uaa, su questi argomenti, ha preteso «chiarezza» da parte della mandante: «Credo sia doveroso, primo perché gran parte di noi ha speso lacrime e sangue per far sì che Axa sia una compagnia oggi ben diversa rispetto a quella che era agli inizi degli anni Duemila. Secondo perché parlare di identità e di senso di appartenenza verso Axa rischia di diventare l’ennesimo slogan quando non un boomerang per la stessa impresa».

Lazzaro, infine, ha puntato l’indice verso quelle politiche aziendali che «sempre più si stanno orientando in direzione di una iper segmentazione tecnica. È evidente che una parte di questi progetti naufragano anche per l’incapacità aziendale di sostenere i nuovi agenti al termine del piano di ingaggio. Il risultato è che il conto lo pagano sempre i soliti noti…».

Fabio Sgroi

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