L’associazione delle imprese avanza la sua proposta, che fa leva sulla trasformazione del Fondo dall’attuale formula della prestazione definita a una forma di contribuzione definita. Ma anche…
L’invito rivolto a Sna, Anapa, Unapass e al consiglio di amministrazione del Fondo pensione agenti è di «considerare con attenzione e spirito di responsabilità la soluzione prospettata». Viceversa, l’unica alternativa è il «default» del Fondo, che provocherebbe «conseguenze negative soprattutto nei confronti degli agenti in attività». L’Ania (a lato la sede di Roma), dunque, ha formalizzato oggi la sua proposta di salvataggio del Fondo, assumendo, si legge in una nota indirizzata alle organizzazioni sindacali degli agenti e al Cda del Fondo, «una posizione di responsabilità individuando il percorso e alcune risorse per un piano di risanamento equo e duraturo nel tempo».
La proposta dell’associazione delle imprese si basa sulla trasformazione della gestione del Fondo, attualmente a prestazione definita, in una forma a contribuzione definita, «un modello», spiega l’Ania, «in grado di garantire prestazioni equilibrate rispetto ai contributi versati». In questo modo, «ogni iscritto avrebbe la certezza di ricevere una prestazione pensionistica integrativa proporzionale a quanto versato».
La soluzione prospettata dall’Ania si fonda «sulle ipotesi calcolate dal Fondo in relazione al passaggio a contribuzione definita, con abbattimento delle pensioni di vecchiaia e anticipate e con copertura parziale delle dotazioni iniziali prendendo come riferimento il valore di trasferimento delle posizioni degli agenti attivi». L’ipotesi individuata prevede «una ripartizione equilibrata dei sacrifici, con conservazione delle pensioni in essere e delle dotazioni iniziali degli agenti attivi pari, per entrambe, a circa il 60% degli importi attuali. L’importo da finanziare da parte delle imprese corrisponderebbe a 16 milioni di euro da ripartire tra le imprese stesse in funzione del numero dei rispettivi agenti attivi iscritti». Le dotazioni iniziali degli agenti prossimi alla quiescenza «dovrebbero essere penalizzate in misura ridotta rispetto agli agenti con più ampia prospettiva temporale di esercizio dell’attività».
L’Ania ha sottolineato che «la proposta fa salve eventuali ulteriori condizioni migliorative deliberate da ogni singola impresa in favore della propria rete agenziale, nell’ambito delle negoziazioni di secondo livello». Ciò «è reso possibile proprio dall’introduzione del nuovo modello gestionale a contribuzione definita che permette la costituzione di posizioni individuali alimentabili anche con versamenti differenziati».
Per l’Ania il piano proposto «è serio». Le condizioni proposte «non vanno lette semplicisticamente nella disponibilità a una contribuzione straordinaria di 16 milioni di euro, ma valutate nel loro complesso, nel fatto cioè che comportano l’impegno a mantenere gli attuali livelli contributivi da parte delle imprese nell’ambito di un sistema in cui ci sia un equilibrio tra la prestazione da erogare e quanto versato durante la vita lavorativa. La riconversione proposta del modello esige naturalmente la cessazione dei privilegi esistenti, nell’ambito di un disegno che collettivizzi equamente le perdite tra gli agenti attivi e quelli in quiescenza che hanno già goduto di prestazioni sovradimensionate. Soprattutto gli agenti in attività non vedrebbero decurtate le somme corrisposte personalmente e anzi potrebbero contare su di un margine aggiuntivo rispetto ai contributi personali erogati, ferme le eventuali condizioni di maggior favore previste dalla contrattazione aziendale». (fs)
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