«Nonostante l’apprezzabile snellimento apportato al regolamento dall’autorità di vigilanza dopo il primo giro di consultazione pubblica, restano molte ombre sugli effetti di una legge del 2012 che, dopo un iter molto complicato, rischia di arrivare in porto già vecchia», ha sottolineato l’associazione degli agenti.
«Apprezziamo il lavoro svolto da Ivass per ridurre al minimo le incombenze in capo agli intermediari, ma non basta. Difficile comprendere la disparità di trattamento cui è soggetto il cliente che si serve di un agente o di un broker di assicurazioni. Il confronto fra contratti Rc auto base sposta l’attenzione sul prezzo della polizza invece che sulla qualità della copertura». È quanto ha fatto sapere Anapa Rete ImpresAgenzia attraverso una nota, a proposito del preventivatore Rc auto che, ha spiegato l’associazione, «senza ulteriori interventi è soltanto un adempimento in più a carico degli intermediari».
In base al nuovo assetto normativo, ha evidenziato Anapa, gli agenti sono obbligati a mostrare al cliente, attraverso l’utilizzo del preventivatore Ivass, i preventivi delle polizze Rc auto base di ogni impresa di cui abbiano il mandato, in occasione di stipula di un nuovo contratto o di un rinnovo di polizza.
«Nonostante l’apprezzabile snellimento apportato al regolamento dall’autorità di vigilanza dopo il primo giro di consultazione pubblica, restano molte ombre sugli effetti di una legge del 2012 che, dopo un iter molto complicato, rischia di arrivare in porto già vecchia», ha sottolineato l’associazione degli agenti.
E anche se il regolamento posto dall’Ivass in seconda pubblica consultazione fino allo scorso 16 aprile presentava «evidenti miglioramenti» («è stato superato il concetto dell’area riservata che avrebbe dovuto avere ogni intermediario; è stato tolto l’accesso al preventivatore tramite Spid; si è equiparato l’accesso di ogni singolo intermediario a quello del consumatore»), sullo sfondo resta «il gusto amaro di un ulteriore onere sulle spalle degli agenti che non apporta nulla in termini di crescita della tutela dei clienti».
Anapa sottolinea, in particolare, due anomalie: la diversità di trattamento cui è soggetto il cliente a seconda che si rivolga a un agente o a un broker di assicurazioni e l’eccessivo spostamento dell’attenzione sul prezzo della polizza.
«È curioso», ha fatto presente l’associazione presieduta da Vincenzo Cirasola, «che siano sottomessi all’obbligo di esibire i preventivi del contratto base i soli intermediari con mandato, escludendo di fatto i broker e, di conseguenza, anche gli intermediari iscritti in sezione E che, ad esempio, collaborano sia con un agente sia con un broker. Un cliente che entra in un’agenzia di assicurazioni sa in partenza che gli verranno offerti preventivi di una determinata compagnia, cosa che non succede quando si serve di un broker che per definizione fa consulenza senza avere alcun mandato. Una diversità di trattamento difficilmente comprensibile e che non fa altro che aggiungere nuova complessità al lavoro degli agenti e confusione nella testa dei consumatori».
Anapa ritiene inoltre sbagliata «l’impostazione di fondo della legge che impone un confronto basato esclusivamente sul contratto base, quello minimo, che crea eccessive aspettative sul prezzo a discapito della valutazione sulla qualità complessiva della copertura personalizzata con le indispensabili garanzie aggiuntive». Infine, va ricordato che «l’eccessiva attenzione sul prezzo rischia di trasformarsi in un boomerang perché la tariffa del contratto base rischia di risultare più alta del prezzo praticato dall’intermediario che solitamente applica la flessibilità tariffaria in sede di rinnovo aggiungendo condizioni che migliorano la polizza base».
Fabio Sgroi
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