Il chief operating officer e retail director di Aviva Italia vede tre diverse tipologie di uso del digital. E sui social media dice…
Andrea Amadei (nella foto), chief operating officer e retail director di Aviva Italia, individua tre diverse tipologie di utilizzo del digitale da parte di compagnie e intermediari. «Innanzitutto dobbiamo migliorare il servizio offerto ai nostri clienti al fine di fidelizzarli il più possibile», ha detto il manager, fra i relatori al recente convegno organizzato a Milano dallo Sna e da Insurance Connect sul tema “La tecnologia al servizio dell’intermediario assicurativo”.
«Penso alla telematica, alla black box per l’auto e per le abitazioni, alla possibilità per un cliente di aprire un sinistro con lo smartphone. Si tratta di iniziative che Aviva sta mettendo in campo. La seconda tipologia di utilizzo del digitale è l’efficienza operativa, finalizzata principalmente a liberare tempo all’agenzia: noi abbiamo tanti impiegati che impegnano più tempo a fare pratiche amministrative piuttosto che a proporre prodotti al cliente e a capire i suoi bisogni. Infine, terza tipologia: vendere di più e meglio: oltre alla vendita diretta pura che si fa per i prodotti da bancone bisogna cercare di catturare il cliente cosiddetto “prospect”, ma anche capire i bisogni di chi è già nostro assicurato. Per esempio attraverso l’home insurance, nel nostro caso MyAviva, noi siamo in grado di tracciare un prospect e a breve saremo in grado di veicolare queste informazioni in modo strutturato ai nostri intermediari affinché questi abbiano un vantaggio: sanno già cosa il cliente o il prospect sta cercando».
Amadei ha detto la sua anche sul mondo dei social network e il loro legame con il settore assicurativo. «A mio parere non sono strumenti utili alla vendita», ha affermato, «ma sicuramente possono aiutare a portare il cliente in agenzia. Io penso che per vendere quei prodotti diciamo così non da bancone sia necessaria la relazione umana e la tecnologia ben poco può fare. Tuttavia sviluppare i social network, ma anche il sito internet di agenzia e della compagnia, le pagine Facebook e tutti i social media in generale, credo sia un esercizio su cui ogni compagnia, insieme con gli intermediari, devono impegnarsi a fare, proprio per incrementare le interazioni con il cliente».
Fabio Sgroi
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