Superano il Covid-19 e insieme all’interruzione di attività e alle catastrofi naturali si collocano nelle prime posizioni dei rischi percepiti dalle aziende a livello globale. E in Italia…
 Sono i rischi informatici la maggiore preoccupazione per le aziende a livello globale. La minaccia di attacchi ransomware, le violazioni di dati o le lunghe sospensioni dei sistemi It preoccupano le aziende ancora di più dell’interruzione di attività (inclusi i fermi della supply chain), delle catastrofi naturali o della pandemia di Covid-19. È quanto emerso dall’Allianz Risk Barometer 2022, il sondaggio annuale (undicesima edizione) di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) che raccoglie le opinioni di 2.650 esperti di 89 Paesi, tra cui ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi.
Sono i rischi informatici la maggiore preoccupazione per le aziende a livello globale. La minaccia di attacchi ransomware, le violazioni di dati o le lunghe sospensioni dei sistemi It preoccupano le aziende ancora di più dell’interruzione di attività (inclusi i fermi della supply chain), delle catastrofi naturali o della pandemia di Covid-19. È quanto emerso dall’Allianz Risk Barometer 2022, il sondaggio annuale (undicesima edizione) di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) che raccoglie le opinioni di 2.650 esperti di 89 Paesi, tra cui ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi.
Come si vede dalla tabella sotto (clicca sopra per ingrandire), i rischi informatici si posizionano in cima all’Allianz Risk Barometer solo per la seconda volta nella storia del sondaggio (44% delle risposte), l’interruzione di attività scende di poco al secondo posto (42%) e le catastrofi naturali sono al terzo posto (25%), dal sesto del 2021. Il cambiamento climatico sale al sesto posto dal nono, cioè nella posizione più alta mai raggiunta (17%), mentre la pandemia scende al quarto (22%).
Altri fattori che salgono e scendono nella classifica di quest’anno: la carenza di forza lavoro qualificata (13%) fa il suo ingresso nella top 10 dei rischi, in nona posizione. Il rischio cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare rimane al quinto posto (19%). Incendio ed esplosioni (17%) sono un rischio costante per le aziende e si posizionano al settimo posto come lo scorso anno, mentre i cambiamenti nei mercati (15%) scendono dal quarto all’ottavo posto rispetto all’anno precedente e i cambiamenti macroeconomici (11%) scendono dall’ottavo al decimo.
«L’interruzione di attività rimarrà probabilmente il tema di fondo nel 2022», ha commentato Joachim Mueller, ceo di Agcs. «Per la maggior parte delle aziende la paura più grande è quella di non essere in grado di realizzare i prodotti o fornire i servizi. Il 2021 ha visto livelli di interruzione senza precedenti, causati da vari fattori scatenanti, e quest’anno si prevede solo un graduale miglioramento della situazione. Cyber-attacchi rovinosi, l’impatto sulla supply chain di eventi meteorologici estremi legati al cambiamento climatico, così come i problemi legati alla produzione dovuti alle varie ondate pandemiche e i colli di bottiglia che si sono creati nel settore dei trasporti. Costruire la resilienza per reagire alle molteplici cause di interruzione di attività sta diventando sempre più un vantaggio competitivo per le aziende».
LA CLASSIFICA IN ITALIA – In Italia, i rischi informatici (52%) e l’interruzione di attività (45%) si posizionano, per il secondo anno consecutivo, al primo e al secondo posto nella classifica dei primi 10 rischi. Le catastrofi naturali (33%) entrano tra i primi tre con il 33% delle risposte (al posto di scoppio della pandemia che scende dalla terza alla quinta posizione). Quarto posto per i cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (23%). Seguono: cambiamenti nei mercati, pandemia e richiamo di prodotti (16%), cambiamento climatico e danno reputazionale o di immagine (13%) e cambiamenti nello scenario macro economico (10%).
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA


 
				


 
								






