lunedì 08 Settembre 2025

Il mondo dell’intermediazione assicurativa in primo piano

AGENTI E BROKER IN ESTINZIONE: SARA’ DAVVERO COSI’?

L’agente assicurativo e il broker? Tra 10 anni queste due figure non esisteranno più. Sarà davvero così?

L’articolo pubblicato da Panorama qualche settimana fa e ripreso da tuttointermediari.it ha fatto molto discutere. Faceva riferimento all’evoluzione della tecnologia e alla mappatura delle professioni che nel prossimo decennio risulteranno vincenti e, al contrario, perdenti.

La ricerca assegna un grado di rischio pari al 99% alla professione di agente assicurativo e al 92% al broker. Era stato chiesto un parere ai lettori di tuttointermediari.it su questo scenario…apocalittico. Ecco i commenti.

Indagine PanoramaPer l’agente Sauro Borgioli, la categoria degli agenti è «sicuramente a rischio, non solo per l’informatica, ma anche a causa di chi non rispetta le regole correttamente». Il riferimento è ai «preventivatori on line che puntano la consulenza solo sul prezzo». Il rischio disintermediazione, per Borgioli, è dietro l’angolo.

«Dal mio punto di vista», afferma Luciano Giunta, iscritto alla sezione E del Rui, «l’agenzia Roland Berger (che ha condotto l’indagine, ndr) non sbaglia, anzi, potessi governare il mercato, introdurrei disposizioni tali – obbligatorie, così piacciono a noi italiani – con lo scopo di uniformare gli intermediari. Ritengo non sia una questione dovuta all’informatizzazione, ma di eccellenza nella professionalità. Tante volte lo trovo persino deplorevole pensare che esistono intermediari di serie A e di serie B. Ritengo che debba vivere di “prezzo” chi eventualmente riuscirà a collocare a distanza, ma ordinariamente bisognerebbe vivere di qualità, nella consulenza offerta e, di conseguenza, negli asset consigliati». Giunta parla di asset: «Esattamente, non “pezzi di carta” chiamati polizze. Immagino quanto prima un intermediario sul modello anglosassone, autorizzato a svolgere attività di consulenza sia assicurativa, sia finanziaria».

Roberto Vietri, iscritto alla sezione E del Rui, è drastico: «Con l’introduzione del bollino elettronico sarà la fine per gli agenti». Vietri è convinto che «le banche e le assicurazioni usano gli agenti per pubblicizzarsi; una volta che si è fatta la cultura del prodotto la figura del mediatore, agente conciliatore, svanisce. Apriamo gli occhi», continua, «come mai le agenzie generali con mandato sono sempre di meno e le compagnie preferiscono lavorare con i broker? Si sta stringendo la cinghia e i primi a saltare sono proprio gli agenti».

L’agente Marco Andrea Schiantarelli pone un interrogativo. «Vivere o morire? Due sono le situazioni che incontreremo sicuramente nel futuro e con le quali dovremo giocarci la partita. Se il nostro futuro sarà premiato economicamente, per la professionalità rappresentata e non remunerata per la sola capacità di vendita, allora potremo riconsiderarci professionisti a tutti gli effetti, con una attività riconosciuta e normata correttamente anche ai fini fiscali. Viceversa, se il futuro sarà quello di osservare una deflazione dei costi assicurativi e una standardizzazione dei prodotti, quali Rc auto e Rami elementari, allora è possibile che la visione seppur apocalittica di chi ha condotto questa immagine potrebbe essere ragionevolmente prevedibile, anche con i tempi preventivati».

«Il modo di fare agenti come sempre è stato scomparirà tra 5 anni, non tra 10», taglia corto l’agente Massimiliano Pro. «La nostra professione cambierà, ci sarà un nuovo modo di essere agenti. Il futuro è per chi saprà essere flessibile».

Non è d’accordo con lo scenario descritto dall’articolo l’agente Fabrizio Ghironi. «Nonostante la volontà di più parti di incentivare il processo di disintermediazione, e un necessario riposizionamento degli intermediari, ritengo che questo scenario apocalittico per la categoria, destinata all’estinzione, sia improbabile», sostiene. «Anzi, sono convinto che, dopo un primo periodo “doloroso” che caratterizzerà il percorso evolutivo dell’intermediario tradizionale nel prossimo futuro, il ruolo consulenziale e relazionale del professionista, anche rispetto alla natura umana, lo riabiliterà e un rinnovato rapporto con la tecnologia digitale, oggi vissuta negativamente e in maniera antagonista, lo valorizzerà all’interno di un mercato multicanale».

Per Luigi Ansalone, iscritto alla sezione E del Rui, «certamente andiamo incontro a un cambiamento, ma penso che la figura dell’agente assicurativo sarà più professionale e con grande autonomia, sempre se ci saranno compagnie disposte a essere rappresentati da queste figure. Altrimenti sarà sempre più difficile».

«Il cambiamento è appena iniziato e con l’era digitale e la deflazione spariranno diversi agenti. Ma siamo lontani da quei numeri percentuale di cui parla l’indagine», sostiene l’agente Lucio Puzo.

Chiude l’agente Osvaldo Mazzuca. «Non so se fra cinque o tra 10 anni spariremo come dice l’agenzia tedesca (e già questa nazionalità la dice lunga), non so neppure su quali dati abbia basato le percentuali di sparizione di alcune professionalità, visto che stiamo peggio dei fattorini: noi spariremo al 99%, loro al 98%. Il dato certo è che il combinato disposto di: scarsa professionalità, aumento esponenziale del commercio elettronico, la non velata volontà delle compagnie di privilegiare i canali distributivi scarsamente professionali e più controllabili, la standardizzazione dei prodotti a basso contenuto assicurativo e ad alto margine di contribuzione, la cultura industriale dei gruppi assicurativi primari, unito alla totale ignoranza (quando non c’è connivenza) del nostro settore di mercato, della politica e degli organi preposti al governo dello stesso, faranno si che, invariabilmente e inesorabilmente saremo quanto meno in diminuzione numerica».

Fabio Sgroi

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