La rappresentanza agenziale ha inviato oggi una lettera all’AD di Axa Assicurazioni, Chiara Soldano, attraverso la quale ha manifestato tutta la propria contrarietà in merito all’operazione annunciata lo scorso 1° agosto. E in questo contesto, ha sottolineato come non ci siano più, per il gruppo agenti, «le ragioni per proseguire (con la mandante) tutte quelle attività, sia ordinarie delle commissioni che relative a temi contrattuali».
Silenzio. Per 7 lunghi giorni l’Unione Agenti Axa è rimasta in silenzio, dopo l’annuncio (lo scorso 1° agosto) dell’acquisizione di Prima Assicurazioni da parte del gruppo francese. Nessuna nota ufficiale. Nessun commento a margine.
Lo stesso sito Tuttointermediari.it ha contattato i vertici della rappresentanza agenziale per sentire un parere in merito all’operazione condotta dalla mandante (come del resto ha fatto in altri casi analoghi) senza tuttavia ottenere risposta. Forse perché proprio i vertici di Uaa erano impegnati, in questi giorni, a decidere il da farsi. A riflettere su quanto accaduto e sulle ripercussioni per la rete agenziale.
Oggi il gruppo agenti è uscito allo scoperto. Una risposta che è arrivata attraverso una missiva che la giunta esecutiva di Uaa ha inviato direttamente a Chiara Soldano, amministratore delegato di Axa Assicurazioni e per conoscenza al comitato di management della stessa compagnia.
Dopo aver rimarcato come Prima Assicurazioni, con riferimento al settore motor, in Italia, abbia «una quota di mercato del 10% circa, con punte anche del 20% in alcuni territori», la giunta esecutiva di Uaa ha osservato come quella di Prima rappresenti «un’altra acquisizione nel mercato auto (dopo quella di Nobis nell’agosto del 2024, ndr) con modelli distributivi antitetici ai nostri». Una iniziativa, «l’ennesima», che ha generato «ulteriore sconcerto negli agenti che rappresentiamo».
Sconcerto generato, prosegue la lettera, «perché ormai da molti mesi a questa parte, Axa ha attuato, azzerando quel confronto che in 20 anni ha prodotto risultati straordinari, una politica tecnica molto severa verso le agenzie e, contemporaneamente ha acquisito dei player in un settore che, a qualsiasi livello – italiano, europeo, fino ai massimi vertici della compagnia – ci era stato definito come moribondo e prossimo alla scomparsa. Player che, tra l’altro, praticano politiche tecnico – commerciali molto aggressive e tali da creare seri problemi alle nostre agenzie che, al contrario, devono fronteggiare aumenti insostenibili dai clienti».
Per l’Unione agenti Axa, questa acquisizione di Prima Assicurazioni, al contrario di quanto affermato dai vertici della compagnia, presenta «molte più criticità che opportunità, non soltanto per la storia delle “opportunità” che Axa ha messo a disposizione delle agenzie – Quixa, Axa Mps, Widiba tanto per citarne solo alcune – ma per il modello organizzativo e la strategia che rende Axa Italia e Prima Assicurazioni due universi tutt’altro che complementari».
Uaa, quindi, ha preso atto, «alla luce degli investimenti effettuati da Axa in Italia nell’ultimo anno, che quella partnership nella quale abbiamo pervicacemente e contro ogni logica creduto sino a ieri ha esaurito la sua forza propulsiva. Non si tratta di fornire alle agenzie pochi spiccioli di flessibilità e nemmeno di ridurre la portata di iniziative abnormi quanto contemporanee. Si tratta delle strategie distributive di Axa in Italia e del ruolo che sarà riservato alla rete agenziale che, ad oggi, sono relegate al ruolo di mero portatore di incrementi di utili per gli azionisti».
Uaa ha preso anche atto che il confronto con la compagnia, «in questi ultimi sette mesi, non ha inciso su alcuna decisione, determinando quindi scelte autoritarie e mono-direzionali da parte dell’impresa. Certamente si stanno ottenendo quei risultati attesi per la proprietà, ma, allo stesso tempo, anche quello di aver dissolto quello spirito di appartenenza e di comunità che, oggi, pare solo uno sbiadito ricordo».
In questo contesto, si legge nella parte finale della missiva, Uaa ha sottolineato come non ci siano più, per la rappresentanza agenziale, «le ragioni per proseguire tutte quelle attività, sia ordinarie delle commissioni che relative a temi contrattuali».
Fabio Sgroi
© RIPRODUZIONE RISERVATA