martedì 09 Settembre 2025

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ACQUE AGITATE IN CASA GA-GI

La procedura con la quale è avvenuta l’elezione che ha portato alla riconferma di Vincenzo Cirasola alla presidenza del Gruppo agenti Generali Italia è stata contestata da alcuni membri del consiglio direttivo.
 

Acque agitate in casa Ga-Gi (Gruppo agenti Generali Italia). Le ultime elezioni dei vertici con riferimento al congresso di Monopoli (Bari) della settimana scorsa hanno lasciato strascichi e il rischio, reale, è che la rappresentanza agenziale si spacchi.

In realtà la polemica non ruota attorno ai voti raccolti dai vari candidati in sede assembleare e che hanno visto prevalere Vincenzo Cirasola con 433 preferenze. È il dopo che ha fatto e fa discutere, vale a dire la modalità con cui è stato eletto alla presidenza lo stesso Cirasola. Nel Ga-Gi, infatti, è il consiglio direttivo che elegge il presidente, non l’assemblea.

CAPATO, MAESTRI ACCESI E BRACCI NON CI STANNO – In una lettera inviata ai soci del Ga-Gi nella serata di martedì scorso, Luca Capato (giunto secondo con 294 voti), Stefano Maestri Accesi (terzo con 273 voti) e Carlo Bracci (quinto con 149 voti) hanno evidenziato quanto accaduto nella prima riunione del consiglio direttivo (che si è tenuta nella notte fra sabato e domenica scorsi sempre a Monopoli).

«I 35 componenti eletti del consiglio stesso (26 rappresentanti di zona e 9 elettivi)», hanno scritto i tre agenti del Ga-Gi, «hanno espresso nella prima votazione 20 voti per il candidato Cirasola e 15 voti per il candidato Capato. A questo punto, prima di procedere alla seconda votazione è stato letto e non consegnato un parere legale dell’avvocato Jader Ritrovato, già consulente del nostro gruppo agenti, ricevuto dal Gagi stesso il 17 giugno 2022 alle ore 14, quindi durante il pieno svolgimento dell’assemblea congressuale. Su specifica richiesta di diversi consiglieri eletti, di sospendere la votazione per avere il tempo di analizzare il parere legale di cui sopra e di chiederne come minimo uno ulteriore, il consigliere Fulvio Galli che presiedeva, secondo l’articolo 10 dello statuto, il primo consiglio direttivo, non ha accolto la richiesta. Nella seconda votazione», hanno fatto sapere Capato, Maestri Accesi e Bracci, «le preferenze sono risultate Cirasola 21 voti e Capato 14 voti. È quindi chiaro che nelle prime due votazioni di cui sopra nessuno dei candidati ha raggiunto la maggioranza di 2/3 (due terzi) dei voti, (vale a dire 24 voti su 35), ai fini della elezione del nuovo presidente del Gagi».

I tre hanno quindi fatto riferimento all’articolo 12 dello statuto del Ga-Gi (Presidente) che recita così: “È eletto dal Consiglio Direttivo, tra i propri componenti, a maggioranza di 2/3 (due terzi) dei votanti per le prime due votazioni ed a maggioranza assoluta per le due successive votazioni. In caso che nessun candidato abbia ottenuto la maggioranza assoluta, si procederà a votazione di ballottaggio ad oltranza tra i due candidati che hanno riportato il maggior numero di voti nella quarta votazione. Nel caso in cui il candidato abbia ricoperto la carica di Presidente nei due mandati precedenti, lo stesso potrà essere eletto esclusivamente nelle prime due votazioni”.

«Precisiamo che, seppur non significativo ai fini della elezione, ma pur sempre indicativo, nemmeno l’assemblea congressuale aveva espresso una preferenza superiore ai 2/3 dei votanti per uno dei candidati presidenti», hanno specificato i tre nella lettera ai soci. «Alla fine della seconda votazione, il consigliere Fulvio Galli ha ritenuto valido sotto la propria responsabilità quell’unico parere legale di cui nessuno dei 997 votanti ne era venuto a conoscenza durante il congresso, per procedere comunque alla terza votazione e, rendendo possibile, contrariamente a quanto conosciuto dall’assemblea votante la partecipazione di Vincenzo Cirasola anche a questa ennesima “tornata”. Nella terza votazione il candidato Cirasola ottiene 21 voti contro i 14 di Capato, venendo proclamato presidente. Anche il collega responsabile della verifica poteri e delle votazioni elettroniche, che ha condotto i lavori sul recepimento della delibera del CD sul Fondo pensione, era totalmente ignaro dell’esistenza di tale parere legale che conteneva l’ipotesi di una novazione statutaria, compresa la nomina del nuovo presidente, per la semplice modifica dei passaggi inerenti il Fondo pensione».

Nel riscontro fatto pervenire dal consulente legale del Ga-Gi relativo agli aspetti formali e sostanziali consequenziali allo scioglimento del Fondo pensione dello stesso Ga-Gi viene precisato, fra l’altro, che “il parere in termini viene fornito al gruppo agenti in via valutativa sintetica e non esaustiva, pertanto parziale e di natura embrionale, sulla base dei soli documenti ed elementi forniti”. E la conclusione è che “dalle proposte di modifica da parte di alcuni associati, risulterebbe chiara la volontà degli stessi di conferire valore novativo a tutte le disposizioni dello statuto in caso di modifica anche parziale dello stesso. Se dalla sommatoria di tale volontà unitamente alle modifiche derivanti dalla soppressione del fondo agenti con particolare riferimento all’articolo 3 dello statuto si conferirà ex articolo 1362 cc valore novativo, decorreranno ex novo anche tutti i termini previsti dalle norme statutarie ivi compreso la durata delle cariche elettive tra cui l’articolo 12 regolamentante l’elezione del presidente e della maggioranza qualificata ivi richiesta che dovrà pertanto trovare applicazione a partire dai prossimi due mandati consecutivi”.

Capato, Maestri Accesi e Bracci, in sostanza, ritengono quanto accaduto «degno di approfondimenti per la tutela degli interessi del Gagi e dei suoi associati, soprattutto alla luce dei temi emersi durante l’assemblea congressuale di Monopoli quali trasparenza, lealtà, fiducia e unità».

CIRASOLA: «FATTO TUTTO CON TRASPARENZA» – Cirasola, in una lettera inviata ieri ai componenti del consiglio direttivo e per conoscenza a tutti gli associati al Ga-Gi, ha voluto, fra altre cose, fare chiarezza, innanzitutto affermando che «non c’è stato nessun “blitz all’insaputa di tutto il congresso”, a differenza di quanto qualcuno sta diffondendo e insinuando via chat e via e-mail. Ricordo, infatti, che il 17 giugno 2022, all’apertura del 34° congresso, durante la discussione del primo punto dell’ordine del giorno, il responsabile della verifica poteri ha proiettato alla platea le modifiche dello statuto palesemente evidenziando che all’articolo 3 era stato abrogato l’obbligo di iscrizione al Fondo Pensione. Questa è una sostanziale novazione statutaria, che amplia anche la possibilità di accesso al Ga-Gi, che era già entrata in vigore sin dal 25-26 novembre 2021 dopo l’approvazione unanime della delibera 481 da parte del consiglio direttivo, infatti, subito dopo sul sito istituzionale del Ga-Gi è stato pubblicato il nuovo statuto, con le modifiche conseguenziali. Successivamente “ad abundantiam” è stata recepita anche dall’assemblea congressuale di Monopoli, come appunto confermato dal parere dell’avv. Jader Ritrovato, consulente legale nazionale della nostra associazione».

Inoltre, ha continuato Cirasola, «sempre nell’ottica della trasparenza di informazione, riporto alcuni passaggi della mia replica finale dove, per essere più esplicito, ho ricordato che a Malta nel 2004, per evitare che ogni due anni si cambiasse il presidente, è stato modificato l’articolo 25 dello statuto per portare a 3 anni la durata delle cariche consecutive. Grazie a queste modifiche sono stato rieletto presidente anche ad Ostuni nel 2007 nonostante fossi già al terzo mandato consecutivo. Lo stesso avvenne a Riccione nel 2010 dove si tolse il limite dei due mandati consecutivi e venni rieletto. Lo statuto è poi stato cambiato in Sardegna nel 2013 e a Venezia nel 2016. Per di più, ritengo alquanto pleonastico, il fatto che avrei dovuto evidenziare all’assemblea che la durata delle cariche ripartiva da zero, visto che è sempre avvenuto in precedenza. Questa è la realtà dei fatti e come tale va accettata con senso di responsabilità nell’interesse del Ga-Gi», ha sottolineato.

Fabio Sgroi

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