Come e perché nasce l’intesa fra l’Associazione Agenti Allianz e il Gruppo agenti di assicurazione Toro? Quali sono i benefici che possono trarre gli agenti iscritti ai due gruppi? E come lo hanno detto alle rispettive mandanti? Parlano i presidenti Umberto D’Andrea e Roberto Salvi.
Un accordo quadro finalizzato «a supportare e disciplinare la collaborazione reciproca tra gli intermediari iscritti ai due gruppi». Così Umberto D’Andrea, presidente dell’Associazione Agenti Allianz (AAA) e Roberto Salvi, presidente del Gruppo agenti di assicurazione Toro (GAAT), hanno spiegato l’intesa fra le due rappresentanze, sottoscritta lo scorso 14 gennaio.
Come e perché nasce questa partnership? Quali sono i benefici che possono trarre gli agenti iscritti ai due gruppi? E come lo hanno spiegato alle rispettive mandanti? Ecco come hanno risposto alle domande di tuttointermediari.it. (Nella foto accanto, da sinistra, D’Andrea e Salvi)
Domanda. Con quali obiettivi nasce questa partnership fra i due gruppi agenti?
D’Andrea. Partirei da una premessa e cioè dal fatto che ormai da tempo esiste una legge che offre una opportunità importante per gli intermediari: le collaborazioni fra iscritti alla sezione A del Rui. AAA e GAAT hanno ritenuto che fosse opportuno e corretto aiutare gli agenti iscritti che vogliono liberamente intraprendere questa tipologia di attività di intermediazione, mettendo loro a disposizione supporti giuridici e disciplinari, in altre parole una vera e propria documentazione che possa disciplinare queste collaborazioni. Lo hanno fatto col supporto di uno studio legale che ha redatto un accordo su incarico, appunto, dei due gruppi agenti, che prevede anche un fac-simile di accordo, definito Master, che gli agenti possono utilizzare per regolamentare la collaborazione fra di loro.
D. Ma quale è la novità rispetto a quanto c’è già in giro a livello di documentazione necessaria per realizzare questa tipologia di collaborazione?
Salvi. Chiariamo subito la questione. Noi non abbiamo inventato nulla di nuovo. Abbiamo ritenuto di disciplinare ulteriormente, anche attraverso un compendio, quanto esisteva già, con il principale obiettivo di mettere a disposizione un tracciato, una guida per gli iscritti all’AAA e al GAAT che volessero iniziare o arricchire la loro attività professionale con questa ulteriore possibilità. Vero è che in giro circolano diversi modelli, ma dall’entrata in vigore della legge ci sono ancora alcuni punti che meritano approfondimenti. Valeva la pena anche solo riassumere le varie situazioni in un compendio. Credo sia opportuno che un agente abbia più informazioni possibili dal proprio gruppo per mettersi in condizione di ben operare in un rapporto di collaborazione A con A.
D. Quando avete cominciato a lavorare insieme?
Salvi. Abbiamo iniziato ad approfondire la questione alla fine della scorsa estate. Da allora ci siamo incontrati diverse volte lavorando a una raccolta di tutto quello che può necessitare in maniera strutturata a chi decide di iniziare il percorso di collaborazione con un altro intermediario. Il senso dell’accordo fra AAA e GAAT è quello di mettere a disposizione anche dei professionisti che supportino gli iscritti e che li seguano nelle fasi attuative e operative. Su richiesta, per esempio, è possibile controllare il contratto stesso tra i colleghi. E in caso di controversie fra agenti abbiamo previsto un Giurì che vuole essere un segnale di attenzione nei confronti dei rispettivi associati.
D’Andrea. I modelli fac-simile e l’accordo Master prevedono, tra l’altro, delle parti adattabili alle esigenze peculiari dei singoli accordi che possono essere poi redatti, modificati direttamente con il supporto del legale e quindi c’è anche la possibilità di ricevere una consulenza dedicata. Il Master, il prontuario, il Giurì sono strumenti per concretizzare quella che vuole essere anche un’attività associativa, una intesa fra i due gruppi, un indirizzo senza spingersi oltre e intaccare la normale e ovvia libertà di imprenditorialità di ognuno. Però, allo stesso tempo, vuole essere un segnale politico concreto.
D. Che cosa vi aspettate da questa iniziativa?
D’Andrea. Personalmente credo che un gruppo agenti che si rispetti debba rappresentare al meglio gli interessi economici e professionali dei propri iscritti. Ciò vuol dire supportarli nella loro attività di rapporti con la mandante, ma anche nello sfruttare le opportunità che le leggi consentono. In questo caso, l’obiettivo è fare in modo che ogni singolo associato che voglia intraprendere la strada delle collaborazioni possa farlo al meglio. Abbiamo ritenuto che insieme al GAAT si potesse strutturare a monte una sinergia utile a fornire un supporto operativo. Questo, però, non deve essere interpretato da nessuno come un voler colmare lacune di altri…
Salvi. Un gruppo agenti o dei gruppi agenti possono credere di più in alcune opportunità piuttosto che in altre. Ovviamente l’aver condiviso un certo percorso significa ritenere che rappresenti una opportunità per gli iscritti. Credo sia dovere di un gruppo agenti creare le condizioni concrete per far cogliere al singolo iscritto le opportunità del mercato. Con l’AAA abbiamo lavorato per fare sistema fra due gruppi di compagnie diverse del mercato. Tutto questo penso rappresenti un bel segnale di unità e di tranquillità nei confronti di intermediari che possono essere visti non solo come dei concorrenti, ma protagonisti del mercato. Che mettono in concorrenza le compagnie, con la consapevolezza di trovare delle intese sempre nel rispetto della deontologia professionale. Questo dimostra che c’è una volontà di cercare una maggiore libertà nel mondo dell’intermediazione, risolvendo i problemi dei clienti. Oltretutto questo accordo è coerente con la politica del GAAT che già da tempo fa operare i propri iscritti con una intermediazione libera attraverso Gaat Service, utilizzando le stesse norme di collaborazione A con A.
D. Gli agenti Allianz quali vantaggi potrebbero trarre collaborando con gli agenti Generali Toro? E viceversa?
D’Andrea. Noi discipliniamo scelte imprenditoriali singole di altri. Questo rapporto di collaborazione dal punto di vista imprenditoriale può essere più interessante per esempio in Veneto e meno in Sardegna. E lo stesso vale anche per le città. Il mondo agenziale è molto variegato per tanti aspetti ed è quindi utile avere a disposizione uno strumento che dia libertà. Occorre sempre più ragionare sulla impresa-agenzia e questo accordo credo rappresenti un importante tassello culturale verso una emancipazione professionale e imprenditoriale.
Salvi. Quella di A con A non è una collaborazione fra compagnia e compagnia, ma fra agente e agente. Proprio per questa ragione non necessariamente andremo a confrontare i prodotti Generali con quelli di Allianz. Ci potremmo trovare di fronte a una collaborazione fra un agente Allianz plurimandatario e un suo collega di Generali Toro anche lui plurimandatario. E allora capisce bene che un discorso circoscritto solo a Generali e Allianz lascia il tempo che trova. Qui ci sono professionisti che devono parlarsi e vedere giustamente in base alla diversità delle singole piazze se collaborando riescono a trarre un vantaggio reciproco.
D. Allianz e Generali e come hanno reagito a questo accordo?
D’Andrea. La nostra associazione ha spiegato le finalità di questa partnership, che non nasce né con uno spirito ritorsivo, né vendicativo, né di attacco verso la compagnia. Si tratta di una normale attività di supporto imprenditoriale agli iscritti. Lo abbiamo spiegato in maniera trasparente e la mandante ha recepito quale è lo spirito.
Salvi. Dal nostro punto di vista è un qualcosa che rientra nella normalissima attività di un gruppo agenti. Non facciamo altro che utilizzare una norma già esistente.
Fabio Sgroi
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