sabato 06 Settembre 2025

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AAU E IL RAPPORTO CON GA SAI E GAL: COSA FARE?

A fine anno, la rappresentanza agenziale presieduta da Enzo Sivori dovrà decidere il futuro della Federazione Agenti UnipolSai.

L’assemblea che l’Associazione agenti UnipolSai si accinge a organizzare tra «la fine di ottobre e i primi di dicembre» non affronterà solo il tema del rinnovo del Patto UnipolSai e l’elezione del nuovo presidente.

Un altro aspetto al centro delle attenzioni del gruppo agenti presieduto da Enzo Sivori (nella foto) è quello legato al rapporto con le altre rappresentanze agenziali in ambito UnipolSai.

Fra le missioni assegnate alla giunta esecutiva, il consiglio nazionale delle regioni dell’Aau riunito nei primi giorni di luglio scorso ha indicato anche quella di «convocare l’assemblea congressuale elettiva, verificando con gli altri gruppi le possibili conclusioni dei percorsi federativi/unificativi avviati e procedendo negli adempimenti conseguenti». Sivori, in una lettera inviata recentemente agli iscritti al suo gruppo, ha ricordato come siano già stati regolamentati dei percorsi con il Gruppo agenti Sai di Jean François Mossino e con il Gruppo agenti Liguria di Fabrizio Rossi, con la costituzione della Fau, la Federazione Agenti UnipolSai.

Nata alla fine di ottobre del 2015 a Bologna, la federazione (che prevedeva anche la presenza del Gaan, il Gruppo aziendale agenti Navale, poi confluito nell’Aau) è nata con un obiettivo ben preciso: «proseguire nel percorso comune intrapreso, che vuole conferire sempre maggiore efficacia alle azioni nei confronti della mandante, basando le relazioni industriali sul principio della collaborazione fondata sulla fiducia e sulla condivisione di strategie e obiettivi in un’ottica di reciproco interesse; ciò, nella convinzione che solo una vera centralità dell’agenzia, finalmente protagonista della gestione complessiva della relazione col cliente, potrà garantire al sistema, inteso quale compagnia e agenti insieme, l’autentico ruolo di leader del mercato».

I quattro gruppi agenti (poi tre) si erano dati due anni di tempo (entro il 31 dicembre 2017) per decidere se dar vita a una costituente per un’unica entità o proseguire nell’esperienza federativa.

Fabio Sgroi

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