Dal lato dell’offerta sono chiamate a commercializzare coperture di questo tipo 580 compagnie. Per quanto riguarda le imprese, invece…
Nella sua audizione di settimana scorsa presso l’ottava commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei deputati, relativamente al disegno di legge C. 2333, di conversione in legge del decreto – legge 31 marzo 2025, numero 39, recante misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali, Riccardo Cesari (consigliere dell’Ivass) si è soffermato, tra l’altro, sul perimetro di incidenza del provvedimento governativo.
Il perimetro dei soggetti coinvolti, infatti, è abbastanza ampio. «Dal lato dell’offerta (con riferimento a chi è autorizzato a esercitare nel ramo 8 – incendio ed elementi naturali, ndr)», ha spiegato Cesari, «si tratta di 63 compagne vigilate dall’Ivass, di cui 59 italiane e 4 extra See, e di 517 compagnie vigilate da autorità estere, operanti o in regime di stabilimento (38 casi) o in regime di libera prestazione di servizi (479 casi). In totale, sono chiamate a offrire coperture anti-catastrofali 580 compagnie».
Con riferimento alle imprese assicurative vigilate dall’Ivass, ha fatto sapere il consigliere dell’Ivass, l’ammontare dei premi del ramo 8 a fine 2023 era di 3,5 miliardi di euro, pari al 9,3% del totale ramo danni.
Per quanto riguarda le imprese commerciali (vedi tabella, cliccaci sopra per ingrandire), quelle tenute all’obbligo di copertura «sono invece all’incirca 4,5 milioni, di cui 95% micro-imprese, 200.000 (cioè il 4,36%) piccole imprese, 25.000 medie e 4.500 grandi. Da notare che le stime di fonte Unioncamere forniscono dati sensibilmente superiori (+28%)». (fs)
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