Il testo prevede una uniformità a livello nazionale della valutazione economica del danno alla persona e definisce l’ambito di estensione del danno non patrimoniale, comprensivo sia del danno biologico, sia del danno morale. Minucci: «Testo positivo, ma l’attuale formulazione non dà alcuna certezza né riguardo i tempi per l’adozione delle nuove tabelle, né sul contenuto che esse avranno».
L’articolo 7 del Ddl Concorrenza, quello relativo al risarcimento del danno non patrimoniale, piace all’Ania. Il testo prevede una uniformità a livello nazionale della valutazione economica del danno alla persona e definisce l’ambito di estensione del danno non patrimoniale, comprensivo sia del danno biologico, sia del danno morale. «Per noi è positivo perché ha l’evidente duplice obiettivo di garantire certezza e uniformità valutativa al risarcimento del danno non patrimoniale, grazie a una definizione onnicomprensiva che evita la proliferazione di diverse voci di danno, e di contemperare l’equità dei risarcimenti con costi assicurativi sostenibili per la comunità», ha affermato Aldo Minucci, presidente dell’Ania, nel corso di un’audizione presso le commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera dei Deputati.
Allo scopo di garantire «l’equo e motivato apprezzamento delle condizioni soggettive del danneggiato», in coerenza con le linee fissate dalla Corte Costituzionale, è previsto che il giudice possa aumentare l’ammontare del risarcimento tabellare del danno nella misura massima del 20% per le lesioni lievi e del 40% per quelle gravi. L’impatto economico di queste nuove norme sui premi assicurativi dipenderà dall’approvazione delle tabelle economiche di quantificazione del danno biologico compreso tra 10 e 100 punti di invalidità la cui definizione è rimessa a un decreto del Presidente della Repubblica.
In sostanza, spiega l’Ania, «quanto più i valori di queste tabelle verranno avvicinati ai parametri europei, tanto più i prezzi delle polizze potranno ridursi per approssimarsi ulteriormente a quelli pagati dai cittadini degli altri Paesi europei», ha puntualizzato Minucci. «A essere franchi sono più di 8 anni che le tabelle per il risarcimento del danno biologico avrebbero dovuto essere approvate, in attuazione dell’articolo 138 del Codice delle assicurazioni. Queste tabelle, come è noto, non sono state ancora emanate», ha ricordato Minucci, che ha anche sottolineato che «i valori economici delle tabelle per il danno biologico di cui si è discusso per 8 anni sono inferiori del 10% rispetto a quelli che applica il Tribunale di Milano, ma sono di molto superiori a quelli applicati negli altri paesi europei (vedere tabella in alto). Inoltre sono valori doppi rispetto a quelli riconosciuti alle vittime di incidenti sul lavoro».
Minucci, quindi, è stato chiaro: «Il settore assicurativo auspica che la riforma del sistema di risarcimento del danno non patrimoniale sia approvata, così come le tabelle del danno biologico definite nel corso di questi lunghi anni». Per questo il presidente dell’Ania ha evidenziato che l’attuale formulazione dell’articolo 7 non dà alcuna certezza né riguardo i tempi per l’adozione di queste tabelle, né sul contenuto che esse avranno.
L’Ania ha chiesto che sia utilizzato il lavoro svolto dall’apposita commissione ministeriale nei precedenti 8 anni, già passato al vaglio dei ministeri coinvolti e del Consiglio di Stato. «Questa riforma», ha detto Minucci, «andrebbe a beneficio delle famiglie e non delle imprese di assicurazione, come invece sostengono alcune categorie di professionisti della gestione del danno, che tra l’altro vengono remunerati proprio in proporzione al danno riconosciuto».
Fabio Sgroi
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