In tutto sono cinque i provvedimenti dell’Ivass riportati nell’ultimo bollettino nei confronti della società in liquidazione coatta amministrativa. Sanzionati anche alcuni esponenti aziendali.
È una vera e propria stangata quella dell’Ivass nei confronti di Eurovita spa, la compagnia posta in liquidazione coatta amministrativa con decreto ministeriale del 27 ottobre 2023.
Il bollettino di giugno scorso dell’istituto di vigilanza riporta, infatti, due sanzioni amministrative per un totale di 8 milioni e 592.682,5 euro.
Il primo provvedimento (la sanzione è di 8.280.000 euro) fa riferimento a queste irregolarità: gravi carenze nel governo, gestione e controllo dei rischi finanziari, nonché, sino all’esercizio 2020, nel calcolo delle Best Estimate Liabilities; carenze nella valutazione del rischio di solvibilità attuale e prospettica e nella definizione del Risk Appetite Framework e tardiva implementazione del piano dei rimedi, varato a seguito di precedente ispezione dello stesso istituto di vigilanza.
Nel secondo provvedimento (sanzione di 312.682,50 euro) le violazioni indicate sono queste: carenze nella profilazione della clientela; inadempimento degli obblighi di adeguata verifica della clientela; inadempimento degli obblighi di conservazione dei documenti, dati e informazioni da acquisire ai fini dell’adeguata verifica della clientela nel periodo gennaio 2019 – novembre 2020; inadeguatezza delle procedure adottate in tema di operazioni sospette.
Ma non è finita qui, perché l’Ivass ha sanzionato anche alcuni esponenti aziendali: 5.000 euro di multa ciascuno a Marcello Romano (nella qualità, all’epoca dei fatti, di sindaco effettivo della società), a Claudio Maugeri (nella qualità, all’epoca dei fatti, di presidente del collegio sindacale della società) e ad Antonio Carlo Dogliotti (nella qualità, all’epoca dei fatti, di sindaco effettivo della società). Tutti e tre, si legge nel bollettino “alla presa d’atto da parte del collegio sindacale, a inizio 2021, delle inadempienze gravi e ripetute nel governo, gestione e controllo del rischio di riciclaggio e dei rischi reputazionali ad esse sottesi, non hanno dato seguito ad alcuna comunicazione all’Ivass”. (fs)
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