Michele Meneghetti, presidente del consiglio di gestione della branch italiana del gruppo austriaco, ha spiegato nel corso di un recente convegno, quali iniziative ha messo in campo la compagnia per essere più appetibile. E si è detto convinto che la condivisione dei progetti con gli agenti possa creare un circolo virtuoso.
«Quella di Uniqa è una battaglia quotidiana nel cercare di dare servizi, prodotti, supporti e tecnologia alla rete plurimandataria. L’obiettivo è chiaro: essere più appetibili ed essere in grado di offrire di più a meno. Visto dall’interno è uno stimolo rilevante anche per la compagnia». A parlare in questi termini è Michele Meneghetti (nella foto), presidente del consiglio di gestione del gruppo Uniqa Italia, la brach italiana del gruppo austriaco. E il contesto è il convegno organizzato da Zeb Consulting su Le nuove assicurazioni, tra distribuzione e redditività, che si è svolto qualche settimana fa a Milano.
Per Uniqa, in Italia, la sfida è «comprendere i fabbisogni della rete». O meglio, più che una sfida è una necessità. Niente a che vedere con quanto avviene in Austria dove, ha sottolineato Meneghetti nel corso del suo intervento, «la rete Uniqa è costituita soprattutto da agenti dipendenti, cioè stipendiata dalla compagnia. La logica, come si può intuire, è completamente diversa, dal momento che la rete non è remunerata con le provvigioni».
Il manager di Uniqa Italia ha parlato anche della digitalizzazione. «Il rapporto personale fra intermediario e cliente rappresenta ancora un elemento focale, ma è chiaro che la digitalizzazione sta cambiando il nostro modo di vivere e le nuove generazioni sono più direttamente coinvolte». Come far evolvere il ruolo dell’agente? «Noi da qualche anno abbiamo introdotto la condivisione più o meno parziale dei margini tecnici della compagnia. In questo modo si ha una maggiore responsabilità nella scelta di chi assicurare, come e a quale prezzo, perché tutto è in funzione della potenzialità che il margine positivo può dare all’genzia. Sono convinto», ha concluso Meneghetti. «che ciò possa creare un circolo virtuoso tra compagnia e agenzie».
Fabio Sgroi
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