Il Sindacato nazionale agenti: «È un riconoscimento della realtà tardivo. Per oltre un anno la categoria è stata vessata ancora una volta da obblighi privi di senso, che si aggiungono alla pletora di adempimenti di dubbia utilità che, quotidianamente, complicano e sovraccaricano il lavoro degli agenti di assicurazione».
«Finalmente anche l’Ivass riconosce che le criticità esposte da Sna sull’indaginoso quanto inutile strumento del multipreventivatore pubblico sono reali». Il Sindacato nazionale agenti ha commentato così le parole di Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass, a proposito del Preventivass.
Questo «tardivo riconoscimento della realtà», ha fatto sapere il sindacato di via Lanzone attraverso una nota, «non procura, però, soddisfazione in casa Sna, perché sebbene l’istituto di vigilanza abbia finalmente deciso di “ragionare su possibili iniziative”, si deve rilevare che per oltre un anno la categoria è stata vessata ancora una volta da obblighi privi di senso, che si aggiungono alla pletora di adempimenti di dubbia utilità che, quotidianamente, complicano e sovraccaricano il lavoro degli agenti di assicurazione».
Lo Sna ha ricordato che la categoria è in stato di agitazione fin dall’entrata in funzione del preventivatore Ivass (marzo 2023) e che gli agenti, pertanto, «continuano ad astenersi dalle consultazioni obbligatorie». Per questa ragione, prosegue la nota dello Sna, «stupisce leggere nella relazione Ivass l’improbabile affermazione che dei 40 milioni di consultazioni del Preventivass registrate negli ultimi 12 mesi, ben 39 milioni vengono attribuite agli agenti. In realtà, in considerazione della massiccia adesione della categoria allo “sciopero del Preventivass”, gli accessi degli agenti sono praticamente inesistenti. Forse è un’altra svista dell’istituto di vigilanza, che non distingue il dato degli accessi individuali degli agenti da quello degli accessi massivi delle compagnie che, come è noto, adempiono direttamente e automaticamente a questo assurdo obbligo, aggiungendo poi la relativa documentazione a quella delle polizze emesse».
Fabio Sgroi
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