L’ultimo osservatorio europeo degli intermediari assicurativi, a cura di Cgpa Europe, ha acceso un faro su questa forma di distribuzione assicurativa.
L’ultimo osservatorio europeo degli intermediari assicurativi, a cura di Cgpa Europe (compagnia specializzata nella Rc professionale degli intermediari assicurativi) ha acceso un faro sulle managing general agency (Mga), un modello di intermediazione assicurativa definito «originale e resiliente», che «non è ancora armonizzato in tutta Europa».
Cgpa Europe, innanzitutto, ha spiegato la definizione di Mga, «un intermediario assicurativo che, in qualità di mandatario di una o più imprese assicurative, ha il potere di sottoscrivere e gestire contratti assicurativi in nome e per conto di tali imprese». In altre parole, la Mga agisce «come agente dell’impresa assicurativa, gestendo la distribuzione, emettendo polizze, riscuotendo i premi (compreso il pagamento delle imposte) e talvolta gestendo i sinistri». Questo tipo di accordo presuppone, pertanto, «una delega dei poteri di sottoscrizione e, se prevista, di gestione dei sinistri».
Quali sono le differenze rispetto a un agente assicurativo? La Mga «assai raramente agisce in via esclusiva e di solito non distribuisce i propri prodotti agli assicurati finali, ma si affida a una rete di altri intermediari, broker o agenti, per distribuire i prodotti della cui sottoscrizione è responsabile».
L’osservatorio di Cgpa Europe ha evidenziato come, in Europa, negli ultimi 20 anni le Mga abbiamo riscosso «un successo crescente in settori di nicchia (come per esempio quello marittimo e dei trasporti) o specializzati con forti competenze tecniche (arte, rischi politici e responsabilità professionale), dove svolgono analisi dei rischi e attività sottoscrittiva per le loro mandanti».
Così facendo offrono agli intermediari tradizionali l’accesso a capacità «difficilmente ottenibili altrove». Anche le insurtech, i nuovi operatori digitali del settore assicurativo, hanno optato per questo modello originale, «adattandolo in alcuni casi per rivolgersi direttamente ai clienti finali».
Quello delle Mga, ha fatto presente Cgpa Europe, è un modello «a volte difficile da comprendere per i mercati, che non lo conoscono storicamente».
Le Mga «non sono specificatamente definite nel quadro proposto dal legislatore europeo: la Idd si limita a dare una definizione funzionale degli intermediari assicurativi, autorizzando espressamente gli Stati membri a suddividerli in diverse categorie».
Ogni Stato membro ha quindi adottato «un approccio diverso nell’accogliere le Mga, a seconda della propria storia, cultura e mercato. Di conseguenza, da un punto di vista giuridico e normativo, le Mga non godono di uno status realmente armonizzato in Europa, a differenza dei broker o degli agenti tradizionali», ha fatto presente Cgpa Europe. La Mga «è un agente dell’assicuratore e questo status dovrebbe quindi corrispondere alla sua iscrizione in ciascun registro nazionale. Questo è il trattamento riservato alle Mga in Germania, Italia, Irlanda e Regno Unito. Per altri mercati, si tratta ancora di un soggetto non chiaramente identificato, che non ha un proprio regime».
Malgrado la sua diversità di pratiche e di modelli normativi, il modello Mga, sottolinea l’osservatorio di Cgpa Europe, «è stato in grado di svilupparsi e crescere in assenza di una normativa europea armonizzata, dimostrando la sua capacità di adattamento».
La prossima sfida per le Mga è quella di «integrare i requisiti di trasparenza e di governance dei prodotti e di combinarli con l’obbligo di consiglio e consulenza che incombe su di loro in quanto distributori assicurativi». Obblighi che «potrebbero portare il legislatore europeo a regolamentare o armonizzare in modo più chiaro le condizioni in cui operano le Mga». (fs)
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