L’ultimo osservatorio degli intermediari di Cgpa Europe analizza questo tema a livello europeo.
L’ultimo Osservatorio europeo degli intermediari assicurativi a cura di Cgpa Europe (compagnia specializzata nell’assicurazione dei rischi di Rc professionale degli intermediari) ha analizzato, fra l’altro, il tema legato alle collaborazioni, appunto, fra intermediari. Dopo aver visto come è la situazione in Belgio, in questo articolo il focus è sulla Francia.
Qui il settore assicurativo è molto diversificato in termini di distribuzione, con numerose diverse tipologie di intermediari, nonché una pluralità di rapporti giuridici e una varietà di canali distributivi, tra cui agenti, broker, produttori dipendenti (che operano nel ramo vita e nella linea persona), mutue assicuratrici (non si servono di intermediari e sono specializzate nel ramo danni per i consumatori), banche e collaboratori non dipendenti delle imprese di assicurazione e degli intermediari (agiscono solo sotto la responsabilità di una compagnia o di un altro intermediario).
Nel mercato francese è una pratica comune quella del co-brokeraggio, una forma di collaborazione, ha evidenziato l’osservatorio di Cgpa Europe, attuata soprattutto quando un intermediario assicurativo è impossibilitato a collocare alcuni rischi specifici, che avviene in particolare tra due broker, un broker dettagliante e un broker grossista, un broker e un agente (nella sua attività accessoria di brokeraggio, consentita a condizione che tali introiti non superino il 10% dei suoi ricavi).
Sempre in Francia, i broker grossisti si sono affermati come principali attori della distribuzione assicurativa, con una raccolta premi di 2,8 miliardi di euro e con quasi 5 milioni di soggetti assicurati. Si tratta di «veri e propri produttori di soluzioni assicurative, che vantano competenze di marketing e tecnologiche per concepire prodotti, creare e gestire reti composte da intermediari dettaglianti, garantire la gestione del prodotto e infine collocare il rischio a un assicuratore».
Il broker grossista «identifica le esigenze di copertura, costruisce o co-costruisce il prodotto corrispondente con un assicuratore e riceve dall’assicuratore una delega di sottoscrizione, solitamente accompagnata da una delega per la gestione dei sinistri». Il broker grossista «crea quindi una rete distributiva costituita da intermediari, che si impegna a incentivare e remunerare».
I broker grossisti (che sono iscritti nel registro degli intermediari francesi come broker), si legge nell’osservatorio di Cgpa Europe, «vanno oltre il ruolo tradizionale di intermediario assicurativo sfidando le modalità prescritte dalla legge in relazione all’esercizio della professione, tanto che alcuni esperti del settore parlano di situazione “ambigua” o addirittura “rischiosa”». È un modello che «non ha un vero e proprio equivalente in Europa». In Italia, per esempio, sono comparsi alcuni operatori il cui modello di business si avvicina a quello francese, «ma la cui influenza rimane limitata a mercati specializzati che non riguardano le assicurazioni per i consumatori».
In qualità di gestori delegati dalle compagnie assicurative, i broker grossisti sono direttamente interessati dal nuovo regime Solvency 2, che impone ormai ai fornitori di servizi alle compagnie di sottoporsi «a controlli, procedure e audit più severi». In quanto creatori di prodotti assicurativi, sono anche soggetti agli obblighi di “Product Governance” introdotti dalla direttiva Idd. (fs)
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