Per il direttore generale di Cattolica Assicurazioni, intervenuto a un convegno a Milano, è necessario «un forte salto di qualità». E sulla digitalizzazione…
Flavio Piva (nella foto), direttore generale di Cattolica Assicurazioni, ha fatto il punto sullo stato della rete agenziale di Cattolica al recente convegno su Le nuove assicurazioni, tra distribuzione e redditività, tenutosi recentemente a Milano.
«Rispondere alla domanda se gli agenti servono o no, oggi, per sviluppare l’attività di assicurazione della compagnia è fino troppo facile per un gruppo come il nostro che qualche mese fa ha presentato, nell’ambito del piano industriale, un aumento di capitale molto significativo sul mercato italiano confermando al centro della propria attività le reti fisiche, in particolare le reti agenziali», ha sottolineato Piva.
«Siamo coscienti che sugli agenti il cantiere è aperto e c’è ancora tantissimo lavoro da fare non soltanto in termini di segmentazione ma anche di professionalizzazione. Per i “vecchi” monomandatari il problema principale è proprio questo: quello appunto della professionalizzazione. Cattolica chiede a loro un forte salto di qualità e quindi anche di orientarsi alla vendita di prodotti diversi dall’auto e di conseguenza da polizze standard. Siamo consapevoli, però, che alcuni agenti non cambieranno mai pelle».
C’è poi anche il tema della digitalizzazione. «Non sono così convinto che il digitale sia antitetico agli agenti», ha sottolineato Piva. «Probabilmente era un timore che avevamo tanti anni fa quando si pensava che il digitale in pochi anni avrebbe spazzato via le reti agenziali; poi piano piano abbiamo cominciato a vedere che le due cose più o meno potevano convivere e coesistere, arrivando alla conclusione che sono possibili dei punti di contatto. Oggi sempre di più ci rendiamo conto che possiamo parlare di multicanalità senza escludere le reti agenziali: anzi, l’agente può diventare padrone di questi strumenti digitali e migliorare la propria attività professionale. Noi stiamo lavorando proprio verso questa direzione».
Per Piva gli agenti possono addirittura supportare la compagnia. «Riteniano che i nostri intermediari abbiano, rispetto ai cambiamenti tecnologici, una capacità adattiva molto forte. La compagnia si sta impegnando per cavalcare il cambiamento; non lo farà in un giorno, saranno necessarie tante operazioni e quindi avere degli agenti che su questo ci possono dare una mano credo sia un punto di forza».
Fabio Sgroi
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