Nel corso dell’ultima assemblea di Napoli della settimana scorsa, il presidente Davide Nicolao ha ripercorso il cammino che ha portato oggi l’associazione a investire oltre 15 milioni di euro e a raggiungere (a brevissimo) un milione di azioni, per un controvalore di poco inferiore ai 20 milioni di euro.
«Dare un segnale al sistema, ai nostri clienti e al mercato e anche alla nostra compagnia». Davide Nicolao, presidente di Anagina (Associazione nazionale agenti imprenditori assicurativi), ha ricordato durante l’ultima assemblea di Napoli il duplice motivo che ha spinto gli iscritti all’associazione a diventare azionisti di Generali.
«Crediamo nella nostra compagnia al punto che abbiamo già investito (nell’ambito di una operazione di acquisto di azioni di Generali Italia tramite la nostra cassa di previdenza) oltre 15 milioni di euro e a brevissimo arriveremo a un milione di azioni, per un controvalore di poco inferiore ai 20 milioni di euro», ha affermato Nicolao. «Questo rappresenta un chiaro segnale che testimonia come noi imprenditori, oltre che a lavorare per Generali, investiamo nella compagnia credendo che sia sicuramente una grande opportunità».
Il presidente (riconfermato) di Anagina ha sottolineato in più di una occasione il ruolo di imprenditori rivestito dagli agenti dell’associazione, ex Ina Assitalia. «Noi siamo agenti imprenditori, unici nel mercato assicurativo italiano, perché terraformiamo le assicurazioni, siamo in grado da qualsiasi territorio e da zero di poter edificare un concetto assicurativo, creare un’azienda (che ha come oggetto sociale il fare assicurazione), reclutare, costruire un corpo amministrativo e commerciale, e con la mandante raggiungere determinati obiettivi e risultati. Questo ha portato una mentalità forte all’interno di noi agenti e degli associati Anagina, oggi anche soci aggregati di Confindustria». Anagina, ha continuato Nicolao, «vuole fare pesare questo suo ruolo. Siamo parte del mondo Generali e nel novero degli azionisti che hanno una determinata rilevanza ci siamo anche noi».
Oggi è così. Ma il presidente di Anagina (che un tempo era l’acronimo di Associazione nazionale agenti generali Ina Assitalia) non dimentica il passato, il fatto di arrivare da un mondo, quello Ina, molto particolare. «Abbiamo sofferto tanto all’inizio, l’essere accettati nella nuova realtà, diventare parte integrante del mondo Generali. Sono stati 13 anni (dal 2000, data in cui si è conclusa l’operazione di acquisizione di Ina Assitalia da parte di Generali, al 2013, data in cui le attività italiane di Assicurazioni Generali sono state incorporate in Ina Assitalia e quest’ultima denominata Generali Italia, ndr) abbastanza faticosi. Non lo nascondo, eravamo figli di un Dio minore, specialmente nei primi anni».
Ma il passato è passato e ora si guarda al futuro. Che cosa chiede Anagina alla direzione della compagnia? «Essendo, il nostro, un modello complesso e particolare, con agenzie che hanno un portafoglio medio di 16 milioni di euro e quasi 25-30 persone che ruotano attorno a ogni realtà agenziale, abbiamo bisogno di una compagnia che abbia strutture totalmente dedicate. Anagina ha bisogno di avere la compagnia vicina e per questo ha bisogno di supporti anche perché, ribadisco, siamo parte integrante dell’azienda», ha concluso Nicolao.
Fabio Sgroi
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