L’Unione europea assicuratori ha fatto il punto nel corso di un recente convegno che si è svolto a Milano. Ecco come è andata.
Un convegno sulla differenza tra società mutue assicuratrici, compagnie di assicurazione e società di mutuo soccorso, soprattutto rispetto alla tutela del consumatore. Lo ha organizzato l’Unione europea assicuratori (Uea) qualche settimana fa a Milano (nella foto), presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’associazione, attraverso una nota, ha fatto una sintesi di come si sono svolti i lavori.
L’introduzione, a cura di Filippo Gariglio, vice presidente di Uea, ha ripercorso gli interventi effettuati dall’associazione dal 2014 a oggi: due convegni e un esposto all’Ivass e all’ex Mise sulle società di mutuo soccorso nel 2017. Si tratta di una tematica che è stata portata all’attenzione del pubblico e delle autorità per la prima volta nel 2014 attraverso un convegno presso l’Università Statale di Milano. Nel 2017, a Ischia, è stato organizzato un secondo convegno a cui ha seguito l’esposto ufficiale di denuncia. «È un tema che nasce nel 2012 quando viene emanata una normativa all’interno della finanziaria, attraverso una postilla che amplia il perimetro di azione delle società di mutuo soccorso, modificandone la natura stessa», ha ricordato Gariglio. «Uea ha deciso di riportare questo argomento, a quasi dieci anni da quel 2012, perché, nonostante l’esposto presentato nel 2017 e nonostante i ripetuti interventi di Ania, presso le autorità, nessuno si è mosso. Oggi siamo in questa situazione paradossale».
Successivamente, Pierpaolo Marano, professore associato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha aperto il confronto parlando della possibile relazione tra mutue assicuratrici e società di mutuo soccorso e focalizzandosi sui rispettivi profili organizzativi e distributivi. Il quadro normativo che regola le società di mutuo soccorso è stato descritto come «confuso e opaco». Questa «mancanza di chiarezza normativa» consente alle società di mutuo soccorso «di operare come operatori assicurativi senza dover rispettare gli obblighi finanziari, regolamentari e fiscali imposti agli intermediari e alle compagnie assicurative. Ciò crea uno squilibrio nel contesto competitivo e mette a rischio la tutela dei consumatori». Durante l’intervento sono stati evidenziati anche i problemi legati alla gestione del rischio e alla definizione delle quote associative da parte delle società di mutuo soccorso. «Molte di queste società preferiscono agire come imprese di assicurazione o intermediari assicurativi, senza essere ufficialmente riconosciute come tali».
Catherine Hock, vp international relations presso Icmif (International Cooperative and Mutual Insurance Federation), ha offerto una panoramica sulle mutue assicuratrici nei paesi europei, evidenziando come «questa confusione normativa sia un problema specifico dell’Italia, mentre in Europa queste sono regolamentate e rappresentano una quota significativa del mercato assicurativo».
Il confronto è proseguito con l’intervento di Umberto Guidoni, co-direttore generale dell’Ania, che ha analizzato il ruolo attuale e prospettico delle mutue assicuratrici nel welfare integrato pubblico-privato e la differenza esistente tra queste ultime e le società di mutuo soccorso. Nel contesto italiano, emerge un tema di vigilanza: «Lo scenario è caratterizzato da una opacità che non facilita la definizione di un comune contesto competitivo», ha affermato Guidoni, che ha evidenziato «la necessità di una maggiore chiarezza normativa, vigilanza efficace, equità fiscale e regolamentazione tra i diversi operatori del settore assicurativo». Guidoni ha rimarcato la necessità di una maggiore collaborazione e integrazione tra sanità pubblica e privata: «Credo che le compagnie assicurative, e più in generale l’intero comparto della sanità privata, debbano essere messe nelle condizioni di intervenire nelle aree, come nel caso delle cronicità, in cui il servizio sanitario nazionale oggi fa più fatica a raggiungere la popolazione: per farlo sarà tuttavia necessario favorire la mutualità del sistema e, di conseguenza, rendere più accessibili ai cittadini le soluzioni sanitarie offerte dal mercato».
Infine, Stefania Tassone, consigliere presso la Corte di Cassazione e già presidente della quarta sezione civile del Tribunale di Torino, ha confrontato le asimmetrie dei diritti degli assicurati nelle società mutue assicuratrici e degli associati nelle società di mutuo soccorso, evidenziando anche «la mancanza di una giurisprudenza di merito sufficiente e l’assenza di casi studio significativi a cui appoggiarsi».
Il convegno si è concluso con l’intervento del presidente di Uea Mario Cipriano che ha, tra l’altro, rinnovato l’impegno dell’associazione «nel proseguire sulla rotta tracciata dall’ex presidente Roberto Conforti sin dal 2014, cercando gli strumenti oggi più attuali per ottenere una più chiara e trasparente normativa in materia e una maggiore vigilanza sugli attori che operano in questo settore assicurativo al fine di garantire un mercato trasparente, competitivo, equo, e un’adeguata tutela dei consumatori, soprattutto in un ambito delicato come questo che va a toccare il diritto umano fondamentale alla salute e alla cura». (fs)
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